Il tablet e la mezzaluna
Islam e media al tempo del meticciato
Autore:
Editore:
Anno:
2016
Numero pagine:
144
ISBN:
9788831740432
DRM:
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Layout:
Reflowable
Description
Da tempo ormai i media hanno cessato di essere semplici spettatori dell’attualità e sono diventati attori di un processo sempre più complesso, nel quale la propaganda di un’organizzazione come ISIS si contamina con il linguaggio dei social network e i contenuti di un settimanale satirico come Charlie Hebdo possono scatenare uno "scontro di civiltà" difficilmente comprensibile secondo i criteri occidentali, ma non per questo meno sanguinoso. Il fenomeno chiama in causa da un lato la questione della rappresentabilità e dei simboli religiosi (è il tema della libertà di espressione, non esente da implicazioni giuridiche), mentre su un altro versante mette in questione l’uso strumentale del linguaggio religioso islamico da parte di un apparato audiovisivo di impressionante efficacia. Prendendo in considerazione i diversi ambiti della nuova presenza mediatica dell’Islam – dal cinema d’animazione al rap e alla pubblicità – e dando conto anche del dibattito nei Paesi musulmani, i saggi raccolti in questo e-book contribuiscono a illustrare la trasformazione nel rapporto tra religioni e media e i suoi effetti sulle società plurali in cui viviamo. INDICE Una tempesta perfetta. Prefazione di Alessandro Zaccuri -- Gilles Kepel, Lo spettacolo del jihad -- Paolo Monti, Conflitti sui confini del visibile. La dialettica degli sguardi fra Occidente e mondo islamico -- Stella Coglievina, Libertà di espressione e libertà religiosa. Alcuni dati normativi -- Ines Peta, Da Charlie Hebdo a Chapel Hill: stragi incrociate nella lettura dei media arabi -- Marco Demichelis, Il "Califfato" islamico. Propaganda e sostanza all’origine dell’Isis -- Eugenio Dacrema, Il jihad globale attraverso l’evoluzione dei media -- Laura Silvia Battaglia, Tarantino Style Jihad 3.0: l’apocalisse mediale del nuovo fondamentalismo - Viviana Premazzi, Seconde generazioni, rap e terrorismo islamista -- Miriam De Rosa, Métissage. Contaminazioni linguistiche nel cinema del meticciato -- Carlo Nardella, Simboli usati e simboli difesi. Qualche osservazione su Islam e pubblicità -- Mustafa Akyol, Ripensare l’Islam, ripensare i media
Biographical notes
Alessandro Zaccuri (La Spezia, 1963) vive a Milano, dove lavora come giornalista del quotidiano «Avvenire». Ha pubblicato saggi sul cinema (Citazioni pericolose: il cinema come critica letteraria, Fazi 2000), sull’immaginario cristiano (In terra sconsacrata, Bompiani 2008) e su quello moderno (Non è tutto da buttare, La Scuola 2016), nonché tre romanzi: Il signor figlio, Mondadori 2007 (Premio Selezione Campiello); Infinita notte, Mondadori 2009; Dopo il miracolo, Mondadori 2012. Con Marsilio ha pubblicato l'ebook Il tablet e la mezzaluna, della collana Meticciati a cura della Fondazione Oasis.
Paolo Monti (1978) è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il suo lavoro scientifico si sviluppa nell’area dei rapporti fra etica, religioni e sfera pubblica. È stato Visiting Researcher presso la Notre Dame University fra il 2004 e e il 2006 e presso il Department of Bioethics of the NIH nel 2009. In Italia ha svolto attività di ricerca anche presso la Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presso ASSET – Studium Generale Marcianum di Venezia. Presso l’Università Cattolica di Milano svolge attività didattica in collaborazione con la cattedra di Filosofia Morale e con i corsi di Introduzione alla Teologia. Ha pubblicato il volume Geografie della ragione (2008) e ha recentemente curato i volumi Le parole della vita pubblica (2012, con Stefano Stortone) e Democrazia inquieta. Popoli, religioni e partiti fra Oriente e Occidente (2014)
Stella Coglievina è assegnista di ricerca in diritto ecclesiastico e canonico nel Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell’Università degli Studi dell’Insubria (Como-Varese). Ha conseguito il dottorato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è stata visiting researcher presso il King’s College di Londra, il CNRS di Strasburgo e l’Università di Alcalá de Henares (Madrid). Il suo tema principale di ricerca è quello dei divieti di discriminazione religiosa, sul quale ha pubblicato il volume Diritto antidiscriminatorio e religione. Uguaglianza, diversità e libertà religiosa in Italia, Francia e Regno Unito (2013). È membro dei centri di ricerca REDESM (Religioni, Diritti ed Economie nello Spazio Mediterraneo) e FIDR (Forum internazionale Democrazia e Religioni) e della redazione di OLIR.it (Osservatorio delle libertà e istituzioni religiose).
Ines Peta è laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha tradotto il libro Le meraviglie del cuore di Abu Ḥāmid al-Ġazālī (Leone Verde, Torino 2006). Nel 2010 ha conseguito il doppio titolo di dottore di ricerca in Filosofia, scienze e cultura dell’età tardo-antica, medievale ed umanistica e di Docteur ès lettres-philosophie in seguito ad una co-tutela tra l’Università degli Studi di Salerno e l’Université de Saint-Joseph di Beirut. Ha pubblicato la monografia Il Radd pseudo-ġazāliano: Paternità, Contenuti, Traduzione (OSM, Palermo 2013). È stata docente di Lingua araba presso l’Università degli Studi di Palermo e l’Officina di Studi Medievali. Attualmente insegna presso l’Università Cattolica di Milano e collabora con diverse scuole di lingue.
Eugenio Dacrema é PhD candidate in International Studies presso l’Università di Trento e research associate presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano (ISPI). Dal 2009 al 2010 ha vissuto in Siria dove ha studiato lingua araba presso l’Università di Damasco e lavorato all’Istituto di Commercio Estero (ICE) presso l’Ambasciata italiana in Siria. Presso Ispi e l’Università di Trento Eugenio si occupa di Medio Oriente e relazioni euromediterranee. In particolare la sua ricerca di dottorato si concentra sugli effetti socio-economici delle relazioni euro-mediterranee sui paesi nordafricani mentre segue numerose tematiche sociali ed economiche della regione all’interno dei programmi europei ArabTrans e Invest in Med. A latere dell’attività di ricercatore é inoltre contributor presso numerose testate nazionali tra cui Corriere della Sera, il Foglio e Linkiesta per le quali scrive di tematiche legate al mondo arabo e al terrorismo jihadista.
Viviana Premazzi nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia presso la Graduate School in Social, Economic and Political Sciences dell’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo “Transnational actors or just spectators? How the media affect second generations’ relationships with the country of origin? Egyptians in Italy”. Laureata in Scienze Politiche nel 2005 presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla teologia femminista della liberazione in Brasile, nel 2006 ha conseguito il master in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” presso l’Università di Pisa con una tesi sul ruolo delle donne afgane nel processo di riconciliazione postbellica. Dal 2008 è ricercatrice presso il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI) di Torino e dal 2013 redattrice regionale per il Piemonte del Rapporto Immigrazione di Caritas/Migrantes. Ha lavorato come consulente per Banca Mondiale, per l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni – Ufficio Regionale Medio Oriente e Nord Africa, per lo United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI), per la Commissione Ecumenismo e Dialogo Interreligioso della Diocesi di Milano e per altre organizzazioni nazionali e internazionali.
OASIS nasce nel 2004 a Venezia, da un'intuizione del Cardinal Angelo Scola, per promuovere la reciproca conoscenza e l’incontro tra il mondo occidentale e quello a maggioranza musulmana. La Fondazione studia l’interazione tra cristiani e musulmani e le modalità con cui essi interpretano le rispettive fedi nell'attuale fase di mescolanza dei popoli, “meticciato di civiltà e di culture”, partendo dalla vita delle comunità cristiane orientali. Tale processo storico è inedito nelle sue dimensioni e inarrestabile nella sua dinamica e chiede di essere orientato verso stili di vita buona personale e comunitaria. Per OASIS il dialogo interreligioso passa attraverso il dialogo interculturale perché l’esperienza religiosa è vissuta e sempre si esprime culturalmente: a livello teologico e spirituale, ma anche politico, economico e sociale. Punto di forza della Fondazione è l’ampia rete di persone che collaborano a livello internazionale per la riuscita del progetto.
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