Libertà religiosa e cittadinanza

Percorsi nella società plurale
Editore:
Anno:
2017
ISBN:
9788831730358
DRM:
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Description

Intorno al nesso tra libertà religiosa e cittadinanza si gioca molto del futuro delle società plurali contemporanee. Una libertà religiosa che non si traduca in una piena partecipazione politica crea inevitabilmente una categoria di “cittadini di seconda classe”, come mostra l’esperienza di molte minoranze in Medio Oriente. Ma d’altra parte anche una cittadinanza che non tuteli la libertà religiosa, nella sua duplice dimensione personale e comunitaria, si muta in uno strumento di esclusione, in nome di una neutralità mal compresa. La sfida della cittadinanza plurale è quella del dialogo tra identità dinamiche, diverse tra loro ma comunicanti e connesse da inevitabili legami di solidarietà, nella consapevolezza che il rischio maggiore non è la politicizzazione delle identità ma, piuttosto, la loro esclusione dal circuito democratico e costituzionale. Un percorso tra Europa e mondo arabo, con attenzione ai rapporti tra culture, religioni e tradizioni giuridiche differenti. INDICE Introduzione di Alessandro Ferrari -- Paolo Monti, Fratture e ricomposizioni del sé. La normatività della libertà religiosa -- Viviana Premazzi, Seconde generazioni e identità religiosa alla prova della cittadinanza -- Stella Coglievina, Educazione e cittadinanza: il ruolo dell’ora di religione -- Antonio Angelucci, Cittadinanza europea e libertà religiosa: il caso emblematico della circoncisione rituale -- Marco Demichelis, Ridda e takfîr, esame di maturità per l’Islam -- Ines Peta, Apostasia e libertà religiosa nel Corano: l’analisi di Ahmad Subhî Mansûr -- Bishara Ebeid, La religione come fattore nella creazione del Libano e come causa della sua crisi politica: la proposta antiocheno-ortodossa secondo il pensiero dei teologi Georges Khodr e Georges Massouh -- Francesca Peruzzotti, Cittadini del Regno residenti in Italia. La Chiesa italiana e l’educazione alla cittadinanza del popolo di Dio


Biographical notes

Alessandro Ferrari è Professore Associato di Diritto Ecclesiastico e Diritto canonico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria. Fa parte della Conferenza permanente “Religioni , Cultura e Integrazione” presso il Ministero dell’Integrazione e della Cooperazione Internazionale e del Tavolo di lavoro per il Dialogo Interreligioso del comune di Milano. Ha partecipato al Comitato per l’Islam italiano presso il Ministero dell’Interno. Tra le sue ultime pubblicazioni La libertà religiosa in Italia. Un percorso incompiuto (Carocci, 2013).
Antonio Angelucci, avvocato del foro di Varese e addottorato in discipline canonistiche ed ecclesiasticistiche nell’Università degli Studi di Milano, è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi dell’Insubria nel Dipartimento di Diritto, Economia e Culture, ove si occupa di diritti e religioni e, in particolare, di libertà religiosa e di associazionismo. È autore di diverse pubblicazioni scientifiche e fa parte di progetti di ricerca internazionali. È membro del Comitato Scientifico del Centro Interuniversitario Culture, Diritti e Religioni – Forum Internazionale Democrazia & Religioni (FIDR) e segretario del Centro di ricerca “Religioni, Diritto ed Economie nello Spazio Mediterraneo” (REDESM). È stato ricercatore dell’Istituto internazionale di diritto canonico e diritto comparato delle religioni di Lugano. Ha inoltre partecipato al progetto di ricerca di Oasis Conoscere il meticciato, governare il cambiamento.
Stella Coglievina è assegnista di ricerca in diritto ecclesiastico e canonico nel Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell’Università degli Studi dell’Insubria (Como-Varese). Ha conseguito il dottorato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è stata visiting researcher presso il King’s College di Londra, il CNRS di Strasburgo e l’Università di Alcalá de Henares (Madrid). Il suo tema principale di ricerca è quello dei divieti di discriminazione religiosa, sul quale ha pubblicato il volume Diritto antidiscriminatorio e religione. Uguaglianza, diversità e libertà religiosa in Italia, Francia e Regno Unito (2013). È membro dei centri di ricerca REDESM (Religioni, Diritti ed Economie nello Spazio Mediterraneo) e FIDR (Forum internazionale Democrazia e Religioni) e della redazione di OLIR.it (Osservatorio delle libertà e istituzioni religiose).
Bishara Ebeid, è nato e cresciuto in un villaggio vicino a Nazareth di Galilea. Ha studiato teologia presso l’università Aristotele di Salonicco in Grecia dove ha ottenuto il diploma del primo ciclo. In seguito, si è trasferito a Roma dove, presso il Pontificio Istituto Orientale, ha studiato la teologia patristica orientale e le lingue copta e siriaca. Ha ottenuto il diploma di licenza. Nel giugno scorso (2014) è diventato dottore del medesimo Istituto (PIO), con una tesi intitolata La Cristologia delle grandi confessioni cristiane dell’Oriente nel Xo e XIo secolo. Studio comparativo delle polemiche del melchita Saʻīd ʼIbn Baṭrīq e le risposte del copto Sawīrus ʼIbn al-Muqaffaʻ e del nestoriano Elia di Nisibi. I suoi interessi si concentrano sulla teologia delle chiese orientali e del patrimonio arabo-cristiano. Ha pubblicato diversi articoli in greco, italiano e inglese. Sta preparando la pubblicazione della sua tesi. Allo stesso tempo sta lavorando su un’altra tesi di dottorato, presso la facoltà di teologia dell’università Aristotele di Salonicco, sulla letteratura apocrifa arabo-cristiana e il suo rapporto con i testi apocrifi cristiani dei primi secoli.
Paolo Monti (1978) è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il suo lavoro scientifico si sviluppa nell’area dei rapporti fra etica, religioni e sfera pubblica. È stato Visiting Researcher presso la Notre Dame University fra il 2004 e e il 2006 e presso il Department of Bioethics of the NIH nel 2009. In Italia ha svolto attività di ricerca anche presso la Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presso ASSET – Studium Generale Marcianum di Venezia. Presso l’Università Cattolica di Milano svolge attività didattica in collaborazione con la cattedra di Filosofia Morale e con i corsi di Introduzione alla Teologia. Ha pubblicato il volume Geografie della ragione (2008) e ha recentemente curato i volumi Le parole della vita pubblica (2012, con Stefano Stortone) e Democrazia inquieta. Popoli, religioni e partiti fra Oriente e Occidente (2014)
Nata nel 1984 a Somma Lombardo dove ancora risiede. La sua formazione comprende gli studi filosofici presso l’Università Statale di Milano, conclusi con una tesi sull’umano possibile nel pensiero di Jean-Luc Marion e quelli teologici, che si sono compiuti con il conseguimento della licenza in Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, avendo approfondito la relazione tra fenomenologia ed ermeneutica a proposito dell’atto di lettura, accostando Chrétien, Marion, Heidegger. I suoi ambiti di ricerca incontrano la fenomenologia e la sua prosecuzione in area francese, con particolare attenzione alle indagini relative al tema storico ed escatologico e all’intersecarsi tra filosofia e teologia. Contemporaneamente all’impegno di ricerca è docente di religione cattolica presso il Liceo Classico e Linguistico Daniele Crespi di Busto Arsizio e cultrice della materia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Ines Peta è laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha tradotto il libro Le meraviglie del cuore di Abu Ḥāmid al-Ġazālī (Leone Verde, Torino 2006). Nel 2010 ha conseguito il doppio titolo di dottore di ricerca in Filosofia, scienze e cultura dell’età tardo-antica, medievale ed umanistica e di Docteur ès lettres-philosophie in seguito ad una co-tutela tra l’Università degli Studi di Salerno e l’Université de Saint-Joseph di Beirut. Ha pubblicato la monografia Il Radd pseudo-ġazāliano: Paternità, Contenuti, Traduzione (OSM, Palermo 2013). È stata docente di Lingua araba presso l’Università degli Studi di Palermo e l’Officina di Studi Medievali. Attualmente insegna presso l’Università Cattolica di Milano e collabora con diverse scuole di lingue.
Viviana Premazzi nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia presso la Graduate School in Social, Economic and Political Sciences dell’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo “Transnational actors or just spectators? How the media affect second generations’ relationships with the country of origin? Egyptians in Italy”. Laureata in Scienze Politiche nel 2005 presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla teologia femminista della liberazione in Brasile, nel 2006 ha conseguito il master in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” presso l’Università di Pisa con una tesi sul ruolo delle donne afgane nel processo di riconciliazione postbellica. Dal 2008 è ricercatrice presso il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI) di Torino e dal 2013 redattrice regionale per il Piemonte del Rapporto Immigrazione di Caritas/Migrantes. Ha lavorato come consulente per Banca Mondiale, per l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni – Ufficio Regionale Medio Oriente e Nord Africa, per lo United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI), per la Commissione Ecumenismo e Dialogo Interreligioso della Diocesi di Milano e per altre organizzazioni nazionali e internazionali.
OASIS nasce nel 2004 a Venezia, da un'intuizione del Cardinal Angelo Scola, per promuovere la reciproca conoscenza e l’incontro tra il mondo occidentale e quello a maggioranza musulmana. La Fondazione studia l’interazione tra cristiani e musulmani e le modalità con cui essi interpretano le rispettive fedi nell'attuale fase di mescolanza dei popoli, “meticciato di civiltà e di culture”, partendo dalla vita delle comunità cristiane orientali. Tale processo storico è inedito nelle sue dimensioni e inarrestabile nella sua dinamica e chiede di essere orientato verso stili di vita buona personale e comunitaria. Per OASIS il dialogo interreligioso passa attraverso il dialogo interculturale perché l’esperienza religiosa è vissuta e sempre si esprime culturalmente: a livello teologico e spirituale, ma anche politico, economico e sociale. Punto di forza della Fondazione è l’ampia rete di persone che collaborano a livello internazionale per la riuscita del progetto.

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