Description
L'«innamorato della montagna» che dà il titolo a questo racconto di viaggio è una figura misteriosa e affascinante in cui Tarchetti si imbatté durante un viaggio nel Sud d'Italia, sulla strada tra Eboli e Potenza. Era inverno e un inizio di nevicata aveva obbligato i passeggeri della carrozza su cui lui si trovava, a fermarsi per una notte in una taverna sulla strada, tra montagne selvagge tagliate da gole e dirupi vertiginosi. Ecco che nel cuore della notte l'eco di una musica si fa strada tra i pensieri e il sonno del narratore, incuriosendolo e affascinandolo: «Chi poteva suonare a quell'ora? e in quel paese? A chi erano rivolte quelle melodie? giacché era facile comprendere – e non saprei come, e pure era facile – che esse erano dirette a qualcuno». All'alba, insonne, non può resistere e, sotto la nevicata divenuta intensa, si mette alla ricerca del misterioso suonatore, noto appunto in paese come l'«innamorato della montagna». L'incontro con lui e la storia della sua vita, che è quella del suo amore per Fiordalisa, capace di superare ogni limite e la più fervida immaginazione, segnerà per sempre il viaggiatore Tarchetti che alla fine del racconto dichiara: «Molto modificai le mie teorie sugli affetti, e incominciai coll'amar tutti, e coll'odiar più nessuno».
Biographical notes
Igino Ugo Tarchetti, nato a San Salvatore Monferrato il 29 giugno 1839, intraprese la carriera militare, maturando però presto una vocazione schiettamente letteraria. Lasciato l'esercito nel 1865, iniziò una esistenza da «scapigliato», segnata dal bisogno e dalla malattia. Si spense il 25 marzo 1869 per tisi. Fu autore di poesie, poi raccolte in volume (Disiecta), ma è nella narrativa che la sua ispirazione si rivelò più feconda. Tra le sue opere di maggior rilievo vanno ricordati "Fosca", il romanzo sociale "Paolina. Misteri del Coperto dei Figini", il romanzo antibellicista "Una nobile follia" e la raccolta dei "Racconti fantastici", che recuperano in modo originale i toni e le atmosfere dei più noti Hoffmann, Poe e Nerval.
Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (l’ultimo, La poesia ai margini, nel 2014), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), e un «sillabario» intitolato Parole essenziali (2014). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Torino, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, 2017). È stato per trentacinque anni collaboratore de «La Stampa», al cui inserto, «Torinosette», collabora tuttora.