Niente resta così com’è. Tutto è soggetto al cambiamento. Tutto è impermanenza e per questo destinato a finire. Anche noi, inevitabilmente, moriremo: la nostra esistenza a un certo punto terminerà. E fermarsi a riflettere su questo, nella maggior parte dei casi, genera e alimenta una grande sofferenza mentale. Il solo pensiero che non ci saremo più è spaventevole al tal punto da intaccare la qualità della nostra vita. Tuttavia può anche cambiarla in meglio: familiarizzare ora con la paura della morte, la paura delle paure, è forse l’unico modo che abbiamo per prepararci a questo appuntamento del quale, a ben vedere, potremmo fare esperienza in ogni istante. La morte è in ogni momento, ci dice Pema Chödrön: aprirsi a essa è perciò un aprirsi alla vita stessa. Tenendo sullo sfondo la saggezza millenaria del Libro tibetano dei morti e dando ancora una volta testimonianza della sua immensa compassione per l’umanità, una delle monache più amate in tutto il mondo, offre l’insegnamento più importante: imparare a vivere in armonia con ciò che più ci spaventa.

Pema Chödrön (nata Deirdre Blomfield-Brown) è una monaca americana di tradizione tibetana, allieva di Chögyam Trungpa. Il suo percorso, che l’ha vista essere madre prima di prendere i voti come monaca, le ha consentito di acquisire familiarità sia con la vita mondana sia con quella spirituale. È molto amata per la profonda umanità dei suoi insegnamenti ed è considerata una delle più celebri maestre contemporanee di buddhismo tibetano. Attualmente dirige il monastero Gampo Abbey sull’isola canadese di Cape Breton. Guida spirituale, insegnante di meditazione e autrice di più di venti titoli best seller è, insieme al Dalai Lama e a Thich Nhat Hanh, una delle più importanti rappresentanti del buddhismo in ambito internazionale.