Siamo tutti compagni di scuola

Intervista a Carlo Verdone
Publisher:
Year:
2019
ISBN:
9788869345937
DRM:
Social DRM

€4.99

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Description

In un'intervista ricca di aneddoti e curiosità, Carlo Verdone svela i retroscena del film che ha segnato gli anni '80 del nostro cinema. Una villa sull'Appia Antica, una rimpatriata organizzata dalla bella di classe, un gruppo di quarantenni che si ritrova nello spazio di una serata a rivivere sentimenti, emozioni e rancori nati lontano, persi in un passato che rimanda ai banchi liceali.

Compagni di scuola è l’emblema della summa poetica di Carlo Verdone, il film che rispecchia al meglio la malinconia velata di rimpianto, l’umorismo crepuscolare, la risata liberatoria bagnata dalle lacrime di un autore che con quest’opera abbandonò il fregolismo degli esordi, per approdare verso i lidi della maturità artistica.

Attraverso le parole di chi calcò il set di questo formidabile grande freddo all'italiana, il lettore potrà entrare nel cuore di tutti quei personaggi che, nello spazio della durata filmica, sono diventati anche i suoi compagni di scuola.


Note biografiche

Gianluca Cherubini, Giornalista, speaker in Radio e TV collabora con "Il Tempo" e "Il Corriere dello Sport".
Nel 2019 ha pubblicato “Siamo tutti compagni di scuola” (Bibliotheka, 2019) e “E anche questo Natale…” (Bibliotheka, 2020).

È figlio del docente universitario di storia del cinema, dirigente del Centro sperimentale di cinematografia e critico cinematografico Mario Verdone, il quale lo avvicina al mondo del cinema sin da bambino, e di Rossana Schiavina, deceduta prematuramente nel 1984. Il nonno paterno, Oreste, era un chimico originario di Pozzuoli, mentre la nonna paterna, Assunta Casini, era senese[1]. Carlo Verdone stesso ha scritto che il suo secondo nome, Gregorio, gli è stato messo perché fosse di buon auspicio essendo lui nato di venerdì 17; mettendoglielo si voleva "evitare" al piccolo un'esistenza "sfortunata". A Roma si usa infatti dire "Un gran Gregorio" che sta a significare "Una grossa fortuna". Fare l'attore ed il regista non era certo il suo pensiero almeno fino ai suoi 18 anni: «Ero in villeggiatura nel 1968. Avevo i capelli, mi innamoravo spesso, ascoltavo Jimi Hendrix, avevo una Vespa 50 truccata e mi sentivo felice, leggero. Andavo sempre al cinema all'aperto, fumavo di nascosto e per questo prendevo qualche sberla da mio padre. Ero un ragazzo normale e diventare attore era l'ultima cosa che avrei fatto».

Dopo essersi diplomato al Liceo ginnasio "Torquato Tasso" di Roma[2], si laurea con 110 e lode in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con una tesi intitolata Letteratura e cinema muto italiano. Per visionare le pellicole oggetto della tesi si reca, in compagnia del padre, a Grado, dove ha modo di assistere alle proiezioni in presenza della diva del cinema muto Francesca Bertini. Relatrice della tesi è la professoressa Evelina Tarroni[3]. Verdone si diletta sin da giovanissimo nella ripresa amatoriale di cortometraggi. Compra la sua prima cinepresa da Isabella Rossellini: un'ottima Bolex Paillard. Poesia solare (1969), Allegoria di primavera (1971) ed Elegia notturna (1973) sono le sue prime prove di regia, di ispirazione underground, girati in formato Super 8 millimetri. Questi tre film, lontanissimi da quella che poi sarà tutta la sua produzione filmica nota al pubblico, sono stati persi dalla Rai TV alla quale Verdone stesso aveva prestato le bobine, per realizzare uno speciale televisivo su di lui negli anni '90. Prima della laurea, Carlo Verdone si diploma anche in regia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Nel 2017 gli viene conferito il Dottorato Honoris Causa in Beni Culturali e Territorio dall'Università degli Studi di Roma Tor Vergata.


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