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Descrizione
Il volume guarda al dopoguerra ucraino dall'unica prospettiva strategicamente realistica: quella della guerra. Lo fa immaginando gli esiti possibili - soprattutto, probabili - del conflitto e la situazione che lasceranno sul campo, per gli avversari diretti e per le compagini che li sostengono. Da qui prova a disegnare percorsi di consolidamento della tregua e di ricostruzione dell'Ucraina compatibili con le risorse, le volontà e i vincoli degli attori coinvolti.A cominciare dall'Ucraina, ma con la consapevolezza che il futuro del paese - il suo benessere, la sua sicurezza e la sua effettiva sovranità politico-territoriale - dipende in larga misura da apporti e decisioni esterne. Oggi e per lungo tempo a venire. Scopo dell'esercizio è prefigurare vie d'uscita da un conflitto ormai cristallizzato in guerra d'attrito, con costi umani e materiali enormi e rischi di escalation sempre presenti.La prima parte, "Ucraina da rifare", è dedicata all'analisi delle distruzioni causate dalla guerra e alla capacità dello Stato ucraino di cogestire una ricostruzione che si annuncia lunga, difficile ed estremamente onerosa. Accanto alle analisi economico-demografiche e alle valutazioni sulla solidità del tessuto giuridico, politico e istituzionale del paese, trovano spazio diversi punti di vista ucraini sugli effetti del conflitto e sulle aspettative per il dopoguerra.La seconda parte, "Piani e dubbi delle potenze", dà invece conto delle posture geostrategiche di Stati Uniti, Cina e Russia, la cui interazione reciproca e con l'Ucraina plasmerà gli equilibri e gli assetti territoriali del dopoguerra, dunque la possibilità di una pace duratura e di una stabilizzazione del paese aggredito.La terza parte, "Faglie europee", evidenzia le profonde divergenze presenti tra i paesi del Vecchio Continente in merito alle ricadute geostrategiche del conflitto e alla postura da tenere con la Russia nell'ottica di un dopoguerra che si annuncia di non facile gestione. Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda
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