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Cos'è accaduto nel mondo della scuola durante l'emergenza sanitaria? Siamo sicuri che la Didattica a Distanza non diventerà una modalità parallela a quella tradizionale per lungo tempo, o per sempre? E come si potrà gestire quando i genitori potranno ricominciare a lavorare? Cosa significa insegnare attraverso uno schermo? Quali sono i criteri di valutazione che si possono adottare, come si può interrogare, qual è il rapporto con i genitori, come viene gestita la privacy rispetto ai dati che si consegnano nelle mani delle piattaforme private? E soprattutto: cosa accade agli alunni che non hanno un computer a casa, cosa accade a quelli nei campi nomadi, cosa accade nelle abitazioni in cui vivono tre ragazzi in età scolare?
Certo è che un'istruzione così di classe non si vedeva da prima della Scuola media unificata nel 1963. E come don Milani ha spiegato quel sistema non democratico in "Lettera a una professoressa" partendo dalla propria esperienza, così fa Giuseppe Caliceti, maestro elementare e formatore da oltre trent'anni, in questo libro.
Cominciando dal primo giorno di chiusura delle scuole, fino all'ultimo dell'anno scolastico, il 6 giugno 2020, Caliceti racconta la sua vicenda, e attraverso la quotidianità di insegnante riflette su quello che accade in Italia: i collegi docenti, le emozioni dei bambini, le decisioni del ministro all'Istruzione, il ruolo di mamme e papà...
E scopre che il processo di aziendalizzazione e privatizzazione già in atto è stato velocizzato dalla pandemia, e che la scuola pubblica così come l'abbiamo conosciuta fino ad ora rischia di scomparire.
Un libro che riguarda tutti noi, che si sia genitori, insegnanti, o semplicemente interessati al rispetto della Costituzione italiana quando all'articolo 34 recita "La scuola è aperta a tutti".