Voglio che tu sia

L'amore dell'altro e il Dio cristiano
Editore:
Anno:
2017
ISBN:
9788834334867
DRM:
Social DRM

€10.99


Description

Parlare d’amore oggi è fin troppo facile. La parola è abusata fino al logoramento, e per lo più risuona nel suo significato ‘roman­tico’: il sentimento di fusione con l’essere amato, l’appagamento di un desiderio di realizzazione che, a ben vedere, rimanda infine all’atteggiamento narcisistico sem­pre più diffuso. Si può superare questa accezione emoti­va e superficiale dell’amore e parlarne da un’altra prospettiva? E si può, partendo da un’esperienza più autentica di amore umano, rivelare un nuovo e più profondo significato della parola Dio? Tomáš Halík ne è convinto e si dedica all’impresa in questo saggio acuto, di godibilissima scrit­tura, ricco di riferimenti letterari e filosofi­ci, aperto ai fermenti più vivi della cultura laica. E incontra subito sant’Agostino, cui è attribuita la frase che ha scelto come ti­tolo: Amo: volo ut sis, «Amo: voglio che tu sia». Perfetta sintesi, egli dice, del vero si­gnificato della parola amore, in controten­denza rispetto al sentire comune: facendo propria questa frase, l’io non si limita a prendere coscienza dell’esistenza dell’al­tro, ma la accoglie come componente fondamentale che arricchisce la sua vita, che impedisce al suo mondo di diventare terribilmente vuoto e grigio. Il vero amore umano chiede dunque di cambiare pro­spettiva, di avere il coraggio di dimentica­re se stessi in forza degli altri. Proprio per questo l’amore è un tema pro­fondamente religioso, capace allo stesso tempo di parlare alle coscienze odierne per le quali il discorso cristiano suona come una lingua sconosciuta o dimenticata da tem­po. Perché il Dio amore, lungi dall’essere il Dio banale stigmatizzato da Nietzsche, è un Dio che invita tutti, credenti e non creden­ti – ‘residenti’ e ‘cercatori’, come preferisce definirli Halík – alla magnifica danza dell’amore «in cui si fondono cielo e terra, gra­zia e natura, divino e umano, la Trinità divi­na e le tre virtù attraverso le quali entriamo danzando nell’eternità».



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