La fabbrica del passato

Autobiografie di militanti comunisti (1945-1956)
Publisher:
Year:
2021
ISBN:
9788822911728
DRM:
Social DRM

€11.49


Description

Nel primo decennio del secondo dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militanti a narrare pubblicamente e a scrivere un’autobiografia. Questa pratica era importata dall’Unione Sovietica, ma le sue radici erano ancora più antiche della rivoluzione d’Ottobre. Perché il partito rivolgeva alla propria base una simile richiesta? Perché i militanti aderivano senza riserve (almeno in apparenza) a una pratica che provocava anche sofferenza? Qual era l’intreccio tra la costrizione e ildesiderio di scrivere? Il libro intende rispondere a queste domande sulla base del più vasto fondo documentario esistente in Italia, che raccoglie oltre milleduecento autobiografie. La ricerca intreccia molteplici punti di osservazione: il rapporto tra la pratica autobiografica e la religione, l’uso della scrittura per la costruzione di rapporti gerarchici all’interno dell’organizzazione politica, i libri letti dai militanti nel loro percorso di formazione, gli scarti tra la narrazione e la norma che pretendeva di regolarla.
A cento anni dalla fondazione del Pci, torna in una nuova edizione un libro che ha esplorato nuove strade per ricostruire e raccontare la storia politica del dopoguerra. «Chi legge La fabbrica del passato – ha scritto Carlo Ginzburg nella prefazione – avrà a tratti l’impressione di immergersi in un libro di fantascienza: un’esperienza che l’aiuterà a guardarecon occhi nuovi l’enigmatico presente in cui viviamo».


Note biografiche

Mauro Boarelli è nato a Macerata nel 1962. Ha conseguito il dottorato di ricerca in storia all’Istituto universitario europeo di Fiesole. È autore di <i>Contro l’ideologia del merito</i> (Laterza 2019) e ha curato – insieme a Carlo Ginzburg e Nadia Urbinati – <i>Il ’77, da vicino e da lontano</i> (Biblioteca de L’Archiginnasio 2019). Vive e lavora a Bologna, dove si occupa di progettazione culturale presso un ente pubblico. Collabora alla rivista «Gli asini».
Carlo Ginzburg (Torino 1939) ha insegnato all’Università di Bologna, alla UCLA, alla Scuola Normale di Pisa. Tra i suoi libri, tradotti in più di venti lingue: <i>I benandanti</i> (1966); <i>Il formaggio e i vermi</i> (1976, nuova ed. 2019); <i>Indagini su Piero</i> (1981, nuova ed. 1994); <i>Miti emblemi spie</i> (1986); <i>Storia notturna</i> (1989, nuova ed. 2017); <i>Rapporti di forza</i> (1990); <i>Occhiacci di legno</i> (1a ed. 1998); <i>Nessuna isola è un’isola</i> (2002); <i>Il filo e le tracce. Vero falso finto</i> (2006), <i>Paura reverenza terrore</i> (2015); <i>Nondimanco. Machiavelli, Pascal</i> (2018). Ha ricevuto vari premi, tra cui: l’Aby-Warburg-Preis (1992), il premio Feltrinelli per le scienze storiche (2005), l’Humboldt-Forschungspreis (2008), il premio Balzan per la storia d’Europa (1400- 1700) (2010), il premio èStoria (2019), il premio Tomasi di Lampedusa (2019), il premio Francesco De Sanctis alla carriera (2019). Con Quodlibet ha pubblicato la nuova edizione di <i>Occhiacci di legno</i> (2019) e <i>Il giudice e lo storico</i> (2020, prima edizione 1991).


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