Description
Ci sono parole che restano a lungo in una zona d’ombra della mente, in spazi sotterranei in cui continuano a crescere, a perfezionarsi nel silenzio. Immagini che catturano lo sguardo, suggestioni, brevi appunti, tentativi di “immobilizzare un istante”, note a margine del tempo, testimonianze del proprio vivere. Ghiannis Ritsos ha cominciato a elaborare le sue da bambino e le ha tradotte sulla pagina da quando ha imparato a scrivere, a otto anni. A queste poesie “laconiche e spesso epigrammatiche”, necessarie e sincere, si è dedicato “con singolare amore e tenacia”, affrontando temi come il senso dell’esistenza, i rapporti umani nello spazio e nel tempo storico-sociale, la responsabilità, la funzione della poesia. Sono testi definiti dai critici “oscuri”, e non potrebbe essere altrimenti, visto che provengono dall’oscurità. In tono neutrale offrono domande e molti “forse”, poiché quel che resta sempre inspiegabile forse “è proprio ciò che appartiene alla poesia”, un “press’a poco” altrimenti indefinibile, che dice soprattutto “la silenziosa gratitudine verso la vita umana, verso l’azione, il pensiero e l’arte, nonostante tutte le difficoltà e la morte – o forse proprio grazie a esse”.