Io e Clarissa Dalloway

Editore:
Anno:
2020
ISBN:
9788829706716
DRM:
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Description

Da una lettura a una vita: gli scrittori italiani raccontano del mondo e di sé partendo da un libro. Questa è "PassaParola". Essere un giovane uomo sensibile cresciuto leggendo Stendhal ti rende un corteggiatore napoleonico, uno che dopo un sì cerca un altro sì, e poi ancora un altro, in una sorta di karma dell’assertività che – in fondo, ma pure in principio, come teorizza Francesco Pacifico – impedisce di avere una relazione. Un karma dell’assertività che impedisce di capire i no che di tanto in tanto tutti riceviamo nella vita. Leggendo La signora Dalloway, invece, si capisce come è possibile corteggiare una donna senza assediarla, e quanto si possa sinceramente ascoltare, senza fingere, e anche perché quei fiori che Clarissa Dalloway dice di voler comprare sono il simbolo, forse l’unico simbolo, della celebrazione della vita. Con tono cavalleresco e un linguaggio esatto e scanzonato, Francesco Pacifico ci racconta come e perché, nonostante quello che si possa pensare, Virginia Woolf è (anche) una scrittrice da uomini. Ci racconta quanto aver sposato una femminista gli ha cambiato la vita, dimostrando di non aver paura di Virginia Woolf.


Biographical notes

Francesco Pacifico è nato nel 1977 a Roma, dove vive. Scrive su la Repubblica e IL, è editor del Tascabile di Treccani e ha tradotto, fra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Kurt Vonnegut, Henry Miller, Arthur Conan Doyle. Ha pubblicato i romanzi Il caso Vittorio (minimum fax 2003), Storia della mia purezza (Mondadori 2010), Class (Mondadori 2014, tra i libri del 2017 per i critici del New York Times), Le donne amate (Rizzoli 2018) e il saggio Seminario sui luoghi comuni (minimum fax 2012).
VIRGINIA WOOLF (1882-1941), scrittrice la cui opera critica è importante tanto quanto l’opera che si usa definire creativa, è stata tra i fondatori del circolo di Bloomsbury. Oltre a romanzi come La signora Dalloway (1925), Gita al Faro (1927), Orlando (1928), Le onde (1931) e Flush (1933), ha lasciato sei volumi di saggi, sei di lettere e cinque di diari. Ha scritto, più di una volta, che «Ogni cosa è sempre qualcos’altro».

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