Description
La globalizzazione ha messo in crisi l'identità – oltre che la stabilità economica – di milioni di persone. È un problema che va affrontato seriamente ma la cui soluzione non può essere il nazionalismo.
Un tempo, quando si parlava di globalizzazione, ci si riferiva a un fenomeno unicamente economico. Non è più così. Oggi la globalizzazione – che ha causato la graduale cancellazione di interi settori industriali e, di conseguenza, la dispersione di comunità e modi di vivere a essi legati – significa anche perdita di identità. Il profondo disagio che ne deriva è sentito ovunque: è percepito dagli operai americani che hanno perso il lavoro nelle acciaierie della Rust Belt; dai tedeschi, che parlano nostalgicamente di Heimat, cioè di 'patria'; dagli agricoltori francesi, messi in crisi dalle multinazionali. A partire da questo disagio diffuso, molti partiti politici sovranisti hanno rivendicato la propria identità nazionale. Ma cosa succederebbe se si bloccasse il processo di globalizzazione?
Biographical notes
Colin Crouch è professore emerito presso l'Università di Warwick, dove ha insegnato Governance e Management pubblico presso la Business School, e membro scientifico esterno del Max Planck Institute for the Study of Societies di Colonia. Dal 1995 al 2004 è stato professore di Sociologia presso l'Istituto Universitario Europeo a Firenze. Ha pubblicato libri e articoli di sociologia economica, sociologia europea comparata, relazioni industriali, politica contemporanea britannica ed europea.