Description
Il volume che il lettore e la lettrice si trovano tra le mani offre una parabola della storia della cultura britannica ed europea del dopoguerra: dall’arrivo dei suoni alieni dagli Stati Uniti negli anni Quaranta e Cinquanta, rappresentati dal jazz, dal rhythm and blues e dal rock‘n’roll, a una conclusione quasi apocalittica nel calore bianco del suono domestico del punk trent’anni dopo. Si passava in quell’arco di tempo dall’ingresso epocale della musica nera, afroamericana e sue derivazioni, alla liberazione delle musiche locali dalla prigione del provincialismo. Questa mondializzazione della musica era destinata a distruggere il vecchio ordine locale, creando delle possibilità inaspettate, soprattutto per le culture subalterne, in un mondo divenuto sempre più mercato. La tecnica, i mezzi per produrre e riprodurre la musica occupano una parte centrale in questa storia. Ma più significativo è il cambiamento radicale nell’orizzonte del senso proposto dalle musiche di questi anni, che continua a incidere sul nostro presente.
Biographical notes
Iain Chambers insegna Studi culturali e media e Studi culturali e postcoloniali del Mediterraneo all’Orientale di Napoli. È autore di diverse pubblicazioni in Italia tra cui Paesaggi migratori (1996, 2003), Sulla soglia del mondo (2003), Le molte voci del Mediterraneo (2007) e Mediterraneo Blues. Musiche, malinconia postcoloniale, pensieri marittimi (2013).