Description
Alle origini della Bhagavadgītā, o Gītā, come viene chiamata comunemente in India, vi è la guerra fratricida raccontata nel Mahābhārata, che costrinse i discendenti dei Kaurava e dei Pāṇḍava a battersi nel campo di Kurukṣetra. Il primo canto si apre infatti con Arjuna che prega Kṛṣṇa di fermare il cocchio in mezzo ai due eserciti perché, scorgendo nelle schiere nemiche amici e parenti, è angosciato all'idea di colpire chi gli è caro. Ha così inizio un lungo e sofferto colloquio che affronta i nodi più importanti della vita di ogni uomo: l'agire e il non agire, il dovere, le passioni, il sacrificio e il non attaccamento che portano alla vera conoscenza e alla suprema pace dello spirito. Tutte le azioni tendono a mantenere l'uomo prigioniero del ciclo delle esistenze, nel mondo dell'illusione fenomenica. Soltanto quando sia mosso da un sentimento superiore, che trascenda quelli individuali, e non desideri il frutto della sua opera, soffocando ogni forma di identificazione egoica, egli potrà raggiungere la liberazione e vivere in armonia con l'universo.
Testo fondamentale della tradizione induista e forse il più conosciuto in Occidente, la Gītā è in realtà un libro universale a cui anche l'uomo contemporaneo – a qualunque cultura o religione appartenga – può fruttuosamente abbeverarsi.
Biographical notes
Brunilde Neroni, nata nel 1951 a Ripatransone (AP), italianista e orientalista, da sempre è impegnata sul fronte dell’ecumenismo e del pacifismo. Le sue traduzioni di classici orientali (in particolare di Tagore) sono state pubblicate dai principali editori italiani. Nel maggio 2008 ha ottenuto la massima onorificenza indiana per meriti culturali in quanto «messaggera della cultura orientale in Occidente».