L'uomo è ciò che mangia

Anno:
2017
ISBN:
9788833984445
DRM:
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Description

Una formula ormai passata in proverbio e un filosofo bavarese in genere ricordato soltanto per averla coniata. Oggi, nel momento in cui la parte sazia del pianeta spinge al parossismo il discorso mediatico intorno al cibo, sostenere che «l’uomo è ciò che mangia» equivale a fornire allo spirito del tempo una parola d’ordine decisiva, o quantomeno un motto araldico adottabile a piacere da dietologi, cuochi, pubblicitari, politici, gente di spettacolo. Difficile preconizzare l’apoteosi attuale nel 1850, quando Ludwig Feuerbach azzardò quell’espressione in un articolo recensorio intitolato La scienza e la rivoluzione; e anche dodici anni dopo, quando ne esplicitò l’insidiosa radicalità e la densità simbolica nel saggio Il mistero del sacrificio, ovvero l’uomo è ciò che mangia, osservando come continuasse «a risuonare nelle orecchie di alcuni, ma solo come una nota stonata che offende l’onorabilità della filosofia e della cultura tedesche». Caduta da tempo l’accusa di lesa maestà del pensiero, i due testi, qui raccolti, conservano tuttavia la loro carica di felice insolenza nei confronti di ogni idea sublimante e disincarnata dell’uomo. Nello scritto più tardo, Feuerbach estende il perimetro del materialismo gastrologico alla divinità stessa: «sacrificare agli dei significa dar loro da mangiare». È l’atto di nascita della «gastroteologia».


Biographical notes

Ludwig Feuerbach (1804-1872), figura eminente della sinistra hegeliana, a metà dell’Ottocento fu molto popolare tra i giovani progressisti tedeschi. Presto allontanato dall’insegnamento universitario, si contraddistinse per un’impostazione filosofica via via sempre più marcata da interessi antropologici e naturalistici. Il suo materialismo corporeo e antispeculativo mirò a emancipare il pensiero dal «regno delle anime morte» e a risolvere «l’enigma della religione». Tra le opere in traduzione italiana: La filosofia dell’avvenire (1984), Etica e felicità (1992), Essenza della religione (2005), L’essenza del cristianesimo (2006), Pierre Bayle. Un contributo alla storia della filosofia e dell’umanità (2009), La morte e l’immortalità (2009), Teogonia secondo le fonti dell’antichità classica, ebraica e cristiana (2010) e Critica dell’«Anti-Hegel» (2016).
Andrea Tagliapietra insegna Storia delle idee, Filosofia della cultura e Storia della filosofia presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove ha fondato e dirige il Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee (crisi). È condirettore, con Sebastiano Ghisu, del «Giornale Critico di Storia delle Idee». Tra i suoi saggi: La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità (2003, Premio Viareggio per la saggistica), La forza del pudore. Per una filosofia dell’inconfessabile (2006), Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia (2009), Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti (2010), Gioacchino da Fiore e la filosofia (2013, Premio di filosofia «Viaggio a Siracusa»), Non ci resta che ridere (2013), Alfabeto delle proprietà. Filosofia in metafore e storie (2016) ed Esperienza. Filosofia e storia di un’idea (2017). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica (2008) e Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia contemporanea (2019). Ha inoltre curato La fine di tutte le cose di Immanuel Kant (2006) e L’uomo è ciò che mangia di Ludwig Feuerbach (2017).
Andrea Tagliapietra insegna Storia delle idee, Filosofia della cultura e Storia della filosofia presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove ha fondato e dirige il Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee (crisi). È condirettore, con Sebastiano Ghisu, del «Giornale Critico di Storia delle Idee». Tra i suoi saggi: La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità (2003, Premio Viareggio per la saggistica), La forza del pudore. Per una filosofia dell’inconfessabile (2006), Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia (2009), Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti (2010), Gioacchino da Fiore e la filosofia (2013, Premio di filosofia «Viaggio a Siracusa»), Non ci resta che ridere (2013), Alfabeto delle proprietà. Filosofia in metafore e storie (2016) ed Esperienza. Filosofia e storia di un’idea (2017). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica (2008) e Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia contemporanea (2019). Ha inoltre curato La fine di tutte le cose di Immanuel Kant (2006) e L’uomo è ciò che mangia di Ludwig Feuerbach (2017).

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