Description
Nel tondo di un cannocchiale, «sostituendo la nostra mente ai nostri occhi», rivediamo Francesco De Sanctis in stiffèlius mentre attraversa in carrozza un’Irpinia che non sarebbe dispiaciuta ad Heine; Salvatore Di Giacomo rincorrere da Napoli al castello di Dux, tra carte dimenticate e incantate visioni, il mantello rosso dell’amata ombra di Casanova oppure seguiamo le dispute della critica militante ed erudita, dall’irascibile Imbriani ai bolli a secco di Boine; ed ancora, osserviamo i viaggi di Fucini e di Cena in un meridione ancora trascurato e isolato, la vita di Alfredo Bausen, il personaggio di Emilio De Marchi che annuncia il fu Mattia Pascal, e persino l’elegante Ugo Ojetti, che con il suo occhialetto osserva e rappresenta cose viste. In quel cannocchiale, senza praticare l’inutile sport della celebrazione dell’al di là, ritroviamo tanti modi di raccontare e descrivere la realtà delle nuove Italie.