Description
«Essere radicale vuol dire cogliere le cose alla radice e la radice delle cose è l’uomo», così il venticinquenne Marx nella Introduzione a Per la critica della filosofia del diritto di Hegel (1843) riassumeva il senso di un programma teorico e di un impegno personale che avrebbero scandito anche gli anni della maturità e della vecchiaia: rimettere nel giusto verso il mondo capovolto dagli idealisti, criticare l’economia politica che nascondeva l’origine e le cause dello sfruttamento, fondare l’umanesimo nuovo di una società diversa, essere sempre rivoluzionari fino alla fine. Nei suoi primi trent’anni di vita, Marx (1818-1883) porta in fondo la resa dei conti con la filosofia speculativa e la critica dell’economia politica, pone le fondamenta delle opere della maturità, è costantemente protagonista delle lotte dei lavoratori e delle agitazioni rivoluzionarie di quegli anni, fino alla stesura del Manifesto del partito comunista e alle rivoluzioni che sconvolgeranno l’Europa nel 1848. La denuncia del lavoro alienato, la critica della naturalità dei bisogni, la falsa coscienza delle ideologie, la critica dello Stato: molto del pensiero e delle intuizioni del giovane Marx continua ad essere di grande attualità.
Biographical notes
Nato a Roma nel 1959 e laureato in Filosofia con una tesi sulla nascita del Welfare State in Gran Bretagna, Giulio Marcon è stato negli anni Ottanta segretario generale per l’Italia del Servizio Civile Internazionale e negli anni Novanta portavoce dell’Associazione per la Pace e presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà.
Ha fondato l’associazione Lunaria ed è stato fino al 2013 portavoce della campagna Sbilanciamoci. Ha insegnato Politiche Sociali e Terzo Settore nelle università di Urbino e Cosenza. È stato deputato e membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.