Description
Mezzo secolo di politica, economia, cultura, costume, cronaca, spettacolo e sport. Mezzo secolo di personaggi conosciuti da vicino oppure osservati da lontano: pontefici, presidenti, premier, ministri, leader di partito, magistrati, imprenditori, editori, giornalisti, attori, conduttori televisivi, artisti, campioni, galantuomini e criminali.
Vittorio Feltri, maestro di giornalismo, segna buoni e cattivi sulla lavagna della storia. Quella che ha raccontato e commentato nella sua cinquantennale carriera di cronista, inviato speciale e infine direttore di testate, tutte portate al successo in edicola grazie a un unico segreto: la perfetta sintonia con i suoi lettori. Ne esce un catalogo umano in ordine alfabetico dettato dalla memoria, compilato insieme a Stefano Lorenzetto, che nel 2010 aveva intervistato Feltri nel best seller Il Vittorioso. Con tanto di voti in pagella, da 1 a 10, come usava un tempo sui banchi di scuola. Solo che qui gli alunni si chiamano Papa Francesco, Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo, Gianni Agnelli, Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Umberto Bossi, Antonio Di Pietro, Enzo Biagi, Daria Bignardi, Adriano Celentano, Fiorello, Riccardo Muti, Gino Bartali, Pietro Pacciani... I buoni? Da Oriana Fallaci a Indro Montanelli. Voto: 10. I cattivi? Da Camilla Cederna a Gianfranco Fini. Voto: 2.
Biographical notes
Vittorio Feltri (Bergamo, 1943) è editorialista del «Giornale». Ha esordito a 19 anni scrivendo di cinema sull’«Eco di Bergamo». Nel 1969 è stato assunto alla «Notte». Redattore al «Corriere d’Informazione» dal 1974 al 1977. Ha lavorato per 15 anni al «Corriere della Sera», come caposervizio e inviato speciale. Ha diretto «Bergamo Oggi», «L’Europeo» e «L’Indipendente». Nel 1994 ha sostituito Indro Montanelli alla guida del «Giornale», raddoppiandone le vendite. Dimessosi nel dicembre 1997, ha assunto la direzione del «Borghese». Dopo un periodo al gruppo Monrif, dov’è stato direttore del «Giorno» e del «Quotidiano Nazionale» e direttore editoriale del «Resto del Carlino» e della «Nazione», nel 2000 ha fondato e portato al successo «Libero», che ha lasciato nel 2009 per tornare a dirigere «Il Giornale» fino al 2010. Conclusa una breve parentesi di nuovo a «Libero», è rientrato al «Giornale» nel 2011. Ha una laurea in scienze politiche che però, come dice lui, gli è stata «generosamente regalata».
Stefano Lorenzetto (Verona, 1956) ha lavorato per «Il Giornale», dov’è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri, e per «Panorama». Collabora al mensile «Monsieur». Ha firmato il suo primo articolo nel 1973, ha scritto per una quarantina di testate e ha pubblicato 14 libri. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per la Rai. Dal 2010 figura nel Guinness World Records per le oltre 700 puntate della rubrica Tipi italiani, uscite sul «Giornale» a partire dal 1999: la più lunga serie di interviste da un’intera pagina che sia mai apparsa finora sulla stampa mondiale. Ha vinto i premi Estense, Saint-Vincent e Biagio Agnes alla carriera con la seguente motivazione votata all’unanimità: «È, in assoluto e per riconoscimento generale, il miglior intervistatore italiano mai esistito».