Description
È altissimo, esagerato, il prezzo che i personaggi famosi pagano alla vanità. Stefano Lorenzetto lo ha compreso andando a intervistarli: il musicista Giovanni Allevi ammette d'aver costruito la propria immagine di genialoide usando il balsamo Hydra-ricci della Garnier che «rende il riccio definito»; il ministro Mara Carfagna è contenta delle foto osé scattate quand'era modella perché un giorno potrà dire ai nipoti «guardate quant'era bella nonna»; il fotografo Fabrizio Corona si considera «molto sicuro» di se stesso; la conduttrice Ilaria D'Amico punta a «una vicedirezione reale», magari del Corriere della Sera, in alternativa della Repubblica; la contessa Marta Marzotto confessa che fin da bambina si spediva lettere poetiche e aspettava l'arrivo del postino come se gliele avesse scritte un misterioso spasimante; l'onorevole Vittorio Sgarbi è convinto d'aver propiziato due miracoli, facendo persino uscire dal coma il marito di una sua ammiratrice. Per non finire come i cosiddetti Vip, l'autore di questo libro - vanitoso al pari di tutti i giornalisti - s'è dato una regola: vederli da lontano. E ha deciso di seguire una profilassi che lo porta a evitare il più possibile le liturgie della categoria. Perché l'hybris può diventare una vera e propria patologia psichiatrica, come attesta lo sbando di una società in cui per esistere bisogna apparire: nei palazzi del potere, nei salotti, in televisione o, per i meno fortunati, almeno su Facebook, che ormai raccoglie i ritratti fotografici di 22 milioni di italiani, cioè più di metà della popolazione fra i 12 e i 62 anni.
Biographical notes
Stefano Lorenzetto (Verona, 1956) ha lavorato per «Il Giornale», dov’è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri, e per «Panorama». Collabora al mensile «Monsieur». Ha firmato il suo primo articolo nel 1973, ha scritto per una quarantina di testate e ha pubblicato 14 libri. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per la Rai. Dal 2010 figura nel Guinness World Records per le oltre 700 puntate della rubrica Tipi italiani, uscite sul «Giornale» a partire dal 1999: la più lunga serie di interviste da un’intera pagina che sia mai apparsa finora sulla stampa mondiale. Ha vinto i premi Estense, Saint-Vincent e Biagio Agnes alla carriera con la seguente motivazione votata all’unanimità: «È, in assoluto e per riconoscimento generale, il miglior intervistatore italiano mai esistito».