Il piccolo libro del piacere di vivere

Autore:
Anno:
2013
ISBN:
9788839965028
DRM:
Social DRM

€6.60

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Description

Dì di sì alla vita. Lasciati ammaliare. Prenditi tempo per l'anima, ascolta il tuo corpo - e godi con tutti i sensi. La strada alla felicità profonda è una strada fatta di gioia e di apertura. ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE Noi eravamo in vacanza. Per lui era una normale giornata lavorativa. Noi ci riscaldavamo al sole di maggio in una piazzetta di Palermo. Lui era un venditore ambulante di tessuti, che girava per i fatiscenti cortili interni della Vucceria, spingendo davanti a sé sull’acciottolato un carro con la merce, di cui cantava le lodi alle casalinghe, qualcuna delle quali si affacciava di tanto in tanto ad una finestra e gli gridava qualcosa. Cantava per lo più a mezza voce, quasi soltanto per sé, poi di nuovo a pieni polmoni e di tanto in tanto gridava i nomi delle sue clienti e le sue battute non sempre pulitissime. Per tutto il tempo in cui rimanemmo in piazza a guardarlo, soltanto una comprò una bagatella. Ma, in quella bella giornata, lui non serbava per nulla rancore alla vita. Cantando proseguì la sua strada. Era come la sceneggiatura di un’opera da quattro soldi. Ma soprattutto un’immagine della gioia di vivere. Non c’era da invidiarlo, quello lì, per il suo lavoro. Eppure, in qualche modo... Perché cantava? Perché doveva. Perché canta un uccello? Perché deve. Nel suo canto esprime per se stesso la gioia di vivere. Sotto questo punto di vista i bambini sono come uccelli. I bambini, piccoli e grandi, sanno essere così, sprofondati in se stessi a piacimento, abbandonati all’attimo. Come la piccola Antonia, non ancora due anni, che recentemente è venuta in ufficio e ha scoperto qualcosa che l’ha deliziata: che giubilo, che splendore! Tutto il suo corpo, lei tutta era nel grido di gioia di quell’attimo. In lei non c’era posto per nient’altro che per quella gioia e per un momento i raccoglitori incominciarono a danzare. I bambini sanno essere così: non camminano, ma saltano, corrono, si gridano qualcosa o se lo sussurrano all’orecchio. Sono così: il gioco è qualcosa di serio, è vita intensa. Del tutto presenti a se stessi, dimentichi di sé e contemporaneamente in piena azione. Gli indiani celebrano la prima limpida risata di un bambino come giorno di festa per gli adulti. «La prima risata di un bambino», afferma il clown svizzero Dimitri, è già «prima espressione d’amore e di benessere». Forse è per questo che bambini e adulti amano particolarmente i clown, perché tornano a tirarci fuori il riso. «Una risata spumeggiante», si dice. Anche la gioia di vivere trabocca. Gioia di vivere, cioè: vivere è una gioia. Ogni peso cade dalle spalle. Tutto si fa leggero attraverso quest’energia positiva, che mette in moto corpo e anima. Si pensa all’amore e all’estasi, al riso, al piacere. Alla danza e alla gioia. C’è una musica nell’aria. «È bello vivere, dico, benché molte cose dicano il contrario» (Detlev Block). La vita non è sempre allegra. Alla fine, però, predomina la visione positiva delle cose; la gioia di vivere è un’energia aerea: sollevarsi sopra la quotidianità, come un aquilone nella corrente ascendente. Al di sopra di tutto ciò che sta in basso, come un alpinista, per cui a distanza le preoccupazioni diventano piccole e insignificanti, anzi, ridicole. La vita nel suo complesso – una leggerezza. Se di norma i bambini sanno essere così, perché non anche noi adulti? Chi blocca, che cosa seppellisce questa energia originaria? Chi ci ha fatto perdere questa originaria gioia dell’esistenza? È colpa dell’educazione? O della clava della morale? Comunque sia. Quello che conta è: come possiamo riottenere la gioia di vivere smarrita?



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