Description
Invecchiare è disdicevole, morire inaccettabile. La morte è diventata un pensiero da respingere, la medicina ha il dovere di annientarla. Come un nemico, quello più tremendo. Il senso di sconfitta verso la fine diventa allora insopportabile. Il libro di Marina Sozzi aiuta a toglierci questo peso, a rendere più leggera la vita, ripensando e accettando la morte come un evento naturale, che ci appartiene. Abbiamo diritto a morire bene e come vogliamo, ad alleviare il dolore fisico nostro e degli altri, contrastando la paura del distacco, accettando di essere fragili senza soffrirne. Anzi, con la consapevolezza che la ricetta principale della felicità risiede proprio nell'accettazione della fine, che rende unico ogni singolo attimo.
Biographical notes
Marina Sozzi è nata a Pavia nel 1960, si è laureata in Filosofia a Torino, e ha studiato a Parigi e alla Scuola Normale di Pisa. Ha lavorato come traduttrice e redattrice in varie case editrici, poi come insegnante, e infine, per molti anni, ha diretto la Fondazione Fabretti, dedicata allo studio dei temi della morte e del morire nella società contemporanea. Ha insegnato per cinque anni Tanatologia storica all’Università degli Studi di Torino. Formatrice, esperta di Terzo settore, si occupa di studiare l’esperienza della malattia e della fine della vita, e i rituali della morte e del lutto.
Dal 2012 tiene un blog dal titolo “Si può dire morte”. Con Chiarelettere ha già pubblicato Sia fatta la mia volontà. Ripensare la morte per cambiare la vita (2014), mentre con Laterza ha pubblicato Reinventare la morte. Introduzione alla tanatologia (2009).
Dal 2012 tiene un blog dal titolo “Si può dire morte”. Con Chiarelettere ha già pubblicato Sia fatta la mia volontà. Ripensare la morte per cambiare la vita (2014), mentre con Laterza ha pubblicato Reinventare la morte. Introduzione alla tanatologia (2009).