Description
Il filo d’Arianna che unisce le sei conversazioni con Francesco Alberoni ci guida a una riflessione sui cambiamenti che stanno interessando le relazioni d’amore. Oggi la coppia si forma in totale libertà, senza freni né vincoli, senza costrizioni da parte della famiglia e delle leggi. Il declino del paradigma patriarcale, che ha dettato le regole per oltre duemila anni, sta lasciando emergere nuove modalità di relazione, non ancora codificate e più instabili dove il vecchio si scontra con il nuovo e con il bisogno interiore di un vero amore. L’intervista, realizzata da Cristina Cattaneo, è anche un’occasione per far incontrare la psicologia, che si occupa più delle patologie dell’amore, e la teoria di Alberoni, che ne ha indagato gli aspetti positivi e vitali; tra la spinta del mondo di oggi all’individualismo e la naturalità della coppia che tende sempre a riformarsi.
Biographical notes
Francesco Alberoni è uno studioso dei movimenti collettivi e dei sentimenti umani. I suoi libri, frutto di una ricerca originale, innovativa e appassionata, sono stati tradotti in trenta lingue e apprezzati da milioni di persone. Nella sua lunga carriera accademica ha insegnato Sociologia in diverse università, fra cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università degli Studi di Milano. Per molti anni è stato editorialista del “Corriere della Sera”. Fra i suoi bestseller: Consumi e società (1964), Innamoramento e amore (1979), Movimento e Istituzione (1977), Ti amo (1996) e L’arte di amare (2012).
Cristina Cattaneo, laureata in filosofia e psicologia, dottore di ricerca in scienze sociali e psicoterapeuta, è anche una brillante scrittrice. Ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (ne parla nel libro Il pozzo e la luna). Poi, per superare il modello tradizionale di psicoanalisi, ha studiato le esperienze di rinnovamento creativo. Attualmente applica questa metodologia allo studio dei processi amorosi e della psicoterapia guidata degli adolescenti. Collabora nelle ricerche con C. Bonvecchio e F. Alberoni.