Description
Un bilancio critico a dodici anni dalla riforma: cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato e perché.Il 2000 segna un'importante cesura nella storia recente dell'università italiana. In quell'anno viene introdotta, infatti, la riforma del '3+2'. Nata dalla volontà di adeguare l'organizzazione dell'offerta universitaria al modello prevalente di istruzione superiore europea, strutturato su due livelli principali di studio laurea triennale (bachelor) e laurea magistrale (master) la riforma si propone di superare il grave ritardo dell'Italia rispetto agli altri paesi avanzati in termini di capitale umano. E, insieme, di rispondere a una domanda di equità e di mobilità sociale. Aumentare il numero di iscritti e di laureati, rendendo più veloce il conseguimento del titolo di studio, significa nell'intenzione del legislatore dare a un numero più alto possibile di giovani reali opportunità di accesso e di successo all'istruzione superiore, offrendo una preparazione che consenta loro un inserimento rapido e remunerativo nel mercato del lavoro dell'economia della conoscenza.Chi sono e quale profilo hanno i nuovi laureati post-riforma? In che cosa si distinguono dai loro predecessori e dagli attuali diplomati? Che giudizio si può dare del loro percorso lavorativo per quanto ancora breve in termini di occupazione e retribuzione? La formazione ricevuta è adeguata alle esigenze del mercato e serve alla modernizzazione del sistema economico italiano?
Biographical notes
La Fondazione Giovanni Agnelli di Torino da quasi 50 anni interpreta il cambiamento della società e gli scenari del futuro dell'Italia, attraverso gli strumenti della ricerca sociale. Dal 2008 i suoi programmi guardano ai nodi critici della scuola e dell'università, nella prospettiva di un rinnovamento del nostro sistema d'istruzione. Nel nostro catalogo anche Rapporto sulla scuola in Italia 2009, Rapporto sulla scuola in Italia 2010, Rapporto sulla scuola in Italia 2011 e I nuovi laureati. La riforma del 3+2 alla prova del mercato del lavoro.