Descrizione
Il volume si iscrive nella realizzazione dell'edizione critica delle Opere di Vico, completando la pubblicazione delle Scienze nuove con quella del felice testo della prima versione del 1725. L'ampia "Introduzione" al volume rende conto del complesso materiale con il quale l'edizione si è confrontata e delle scelte ecdotiche effettuate. La disamina scrupolosa degli esemplari superstiti, / innovativamente/ estesa alle varianti di stampa, ha portato a risultati di notevole interesse, tra i quali il rinvenimento di un passo in sostanza "inedito" per i lettori di Vico. In particolare lo studio di un esemplare che doveva fungere da supporto all'edizione veneta/, poi non più realizzata,/ contribuisce a confermare la fisionomia autonoma dello scritto del 1725 rispetto agli sviluppi successivi della riflessione vichiana, e a liberarlo definitivamente dalle interpolazioni che su di esso si erano accumulate. Allo stesso tempo l'adesione al principio filologico del rispetto dell'identità originaria di uno scritto, si è tradotta nella costruzione di un testo del quale in linea di massima sono stati conservati gli usi linguistici, tipografici/: anche a vantaggio degli studiosi della lingua, dei dispositivi iconici, etc./. La scelta di produrre un apparato delle fonti piuttosto "generoso", sia pure non discosto dal principio di limitarsi a richiamare quelle "esplicite" o molto attendibili, ha condotto a segnalare una serie copiosa di fonti /(talune inaspettate)/, utile per avvicinare i lettori al mondo culturale degli interlocutori di Vico, secondo un auspicio di Eugenio Garin.