Descrizione
Il corpo di un ragazzo con in tasca un sacchetto di terra del suo paese, l’Eritrea; quello di un altro, proveniente dal Ghana, con addosso una tessera della biblioteca; i resti di un bambino che veste ancora un giubbotto la cui cucitura interna cela la pagella scolastica scritta in arabo e in francese. Sono i corpi delle vittime del Mediterraneo, morti nel tentativo di arrivare nel nostro paese su barconi fatiscenti, che raccontano di come si può “morire di speranza”. A molte di queste vittime è stata negata anche l’identità. L’emergenza umanitaria di migranti che attraversano il Mediterraneo ha restituito alle spiagge europee decine di migliaia di cadaveri, oltre la metà dei quali non sono mai stati identificati. Il libro racconta, attraverso il vissuto di un medico legale, il tentativo di un paese di dare un nome a queste vittime dimenticate da tutti, e come questi corpi, più eloquenti dei vivi, testimonino la violenza e la disperazione del nostro tempo.
Note biografiche
Cristina Cattaneo, medico e antropologo, è professore ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Milano e direttore del Labanof, presso la stessa università. Nel 2017 le è stato conferito il titolo di Commendatore della Repubblica italiana per il lavoro svolto nell’identificazione dei migranti morti in mare. Nelle nostre edizioni ha pubblicato «Crimini e farfalle. Misteri svelati dalle scienze naturali» (con M. Maldarella, 2006) e «Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo» (2018), vincitore del premio Galileo 2019 e tradotto in numerose lingue.