Description
Questo libro è un racconto di un’infanzia vissuta nel Salento e allo stesso tempo una riflessione incantata e affabulatoria sulla prima stagione della vita, su un tempo che resiste in noi con i suoi lontani riverberi e il suo perduto abbaglio, nonostante le insidiose ombre dell’oblio.
Il racconto dischiude una sequenza di scorci sul Sud del secondo dopoguerra: i ritmi aspri della vita contadina, l’atmosfera operosa delle botteghe artigiane, i bambini nelle strade inondate dalla luce meridiana, le presenze animali, i personaggi bizzarri che animano le feste del paese, le donne velate sugli usci delle case, i racconti di chi è tornato dalla guerra, il dolore degli addii.
Ma Album di un’infanzia nel Salento, grazie alla raffinata prosa onirica di Antonio Prete, è soprattutto un libro di musica: la musica che si diffonde nelle strade, quella che accompagna il rituale delle tarantate, le cadenze flessuose delle lingue dialettali e del grico. Onnipresente sullo sfondo è la geografia peninsulare che diventa paesaggio di affezione: la linea della costa, piane selvose di ulivi, le grandi lune che sorgono da un mare e tramontano nell’altro. Il Sud, con il suo mirabolante intreccio di funamboleria e immaginazione, si mostra agli occhi di un bambino, attraverso il succedersi di scene rivisitate come vecchie fotografie color seppia.
In una delicata tessitura di immagini, queste pagine offrono narrazioni preziose sulla fanciullezza, un tempo della vita che fa parte del ritmo segreto del nostro stesso pensare.
Il racconto dischiude una sequenza di scorci sul Sud del secondo dopoguerra: i ritmi aspri della vita contadina, l’atmosfera operosa delle botteghe artigiane, i bambini nelle strade inondate dalla luce meridiana, le presenze animali, i personaggi bizzarri che animano le feste del paese, le donne velate sugli usci delle case, i racconti di chi è tornato dalla guerra, il dolore degli addii.
Ma Album di un’infanzia nel Salento, grazie alla raffinata prosa onirica di Antonio Prete, è soprattutto un libro di musica: la musica che si diffonde nelle strade, quella che accompagna il rituale delle tarantate, le cadenze flessuose delle lingue dialettali e del grico. Onnipresente sullo sfondo è la geografia peninsulare che diventa paesaggio di affezione: la linea della costa, piane selvose di ulivi, le grandi lune che sorgono da un mare e tramontano nell’altro. Il Sud, con il suo mirabolante intreccio di funamboleria e immaginazione, si mostra agli occhi di un bambino, attraverso il succedersi di scene rivisitate come vecchie fotografie color seppia.
In una delicata tessitura di immagini, queste pagine offrono narrazioni preziose sulla fanciullezza, un tempo della vita che fa parte del ritmo segreto del nostro stesso pensare.
Notes biographiques
Antonio Prete ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena e ha tenuto corsi e seminari presso istituzioni internazionali, tra cui il Collège de France e la Harvard University. Autore di saggi, narrazioni e poesie pubblicate in diverse lingue, ha tradotto in italiano Baudelaire (I fiori del male), Mallarmé, Rilke, Valéry, Jabès, Bonnefoy: le sue traduzioni poetiche sono raccolte in L’ospitalità della lingua (2014). Tra i saggi, Il pensiero poetante (1980 e successive edizioni), Nostalgia (1992, ed. ampliata 2018), Prosodia della natura (1993). Le raccolte di poesia: Menhir (2007, Premio Metauro), Se la pietra fiorisce (2012), Tutto è sempre ora (2019, Premio Bodini). Le prose narrative: L’imperfezione della luna (2000), Trenta gradi all’ombra (2004), L’ordine animale delle cose (2008). Presso Bollati Boringhieri sono usciti: Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011), Compassione. Storia di un sentimento (2013), Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (2016, Premio Mondello), La poesia del vivente. Leopardi con noi (2019) e Carte d’amore (2022).