Description
Alla fine dell’Ottocento, più che in precedenza, Londra e le altre metropoli occidentali suscitavano sentimenti di meraviglia e timore sia negli abitanti che nei visitatori che ne attraversavano strade, piazze, ponti, parchi e specchi d’acqua; le sue aree si ampliavano in maniera tentacolare e a raggiera intorno ai loro magnifici monumenti e ai loro putridi dedali di viuzze pericolose per chi vi si abbandonava con curiosità da turista, vi capitava per caso, ci viveva, le ripensava da architetto e urbanista o le raffigurava nell’arte e nella letteratura. Le metropoli apparivano nella loro misteriosa valenza alfabetica e semiotica: duraturi linguaggi in pietra e acciaio, effimeri segni linguistici in acciaio e cristallo lasciavano incisi sul territorio metropolitano segmenti della Storia e delle storie di gente comune, di potenti, di governanti e re, di straccioni e prostitute. Le metropoli spaventavano con gli affollati e spesso malfamati quartieri popolari, con le loro diversificate strutture del tempo libero; però, esse alleggerivano il senso del pericolo incombente, recuperando al loro tessuto cittadino nevralgici spazi verdi da cui la vita in città si era separata: parchi pubblici e giardini privati illudevano di poter celare le brutture di quei giganteschi organismi viventi, spesso malati. Questo volume intreccia voci e metodi di indagine interdisciplinari, con saggi su Berlino, Genova, Londra, Manchester, Montréal, New York, Parigi, Pietroburgo, le città coloniali, africane e indiane. Ma è Londra il centro di interesse da cui si dipartono molte delle riflessioni svolte sulle città decifrate e ricordate come luoghi di contraddizioni nei quali è impossibile avere una visione d’insieme.