Beschreibung
La Trattativa Stato-Mafia e le sentenze emesse hanno riportato all’attenzione il tema della “contaminazione”, evidenziato in diversi dibattiti da studiose/i, giornaliste/i e magistrate/i, invitando a un approccio al fenomeno “più da vicino”. A una narrazione a partire da sé e dalla consapevolezza, anche non espressa, di complicità e ambivalenze personali nei confronti del fenomeno mafia. La pandemia ha amplificato le risonanze di termini quali “contagio”, “infezione”, “contaminazione”, non più parole astratte ma inscritte nei corpi, diventate esperienze intime, confermando una verità ineluttabile: che l’idea di purezza, di isolamento, di protezione, di non complicità col sistema in cui viviamo è saltata e siamo esposti gli uni agli altri. Partendo da queste considerazioni, è stato chiesto a donne di diversa provenienza di raccontare la propria esperienza reale o immaginaria. “Non vogliamo concetti o recensioni di saggi; né teorie, se non come risultato contingente del partire da sé. Vogliamo luoghi, date, pensieri incarnati”, abbiamo specificato. Non pretendiamo una conoscenza esperta delle mafie, ma aspiriamo a condividere la voglia e il rischio di mettersi in gioco, convinte che nei grumi delle singole microstorie, nelle contraddizioni irrisolte, nelle ambivalenze, è possibile rintracciare radici collettive che, se raccontate e condivise, possono dare esistenza ad altre narrazioni inedite.
Biografische Notizen
Alessandra Dino è professoressa ordinaria di Sociologia giuridica e della devianza all’Università degli studi di Palermo. È componente del Consiglio direttivo di “Historia Magistra”, della “Rivista di Studi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata”, del Centro Studi “Pio La Torre” di Palermo. Dal marzo del 2018 dirige il Laboratorio sulle rappresentazioni sociali sulla violenza sulle donne, istituito presso il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli studi di Palermo. Studiosa dei fenomeni mafiosi, ha applicato il metodo etnografico all’analisi dei processi simbolici e delle trasformazioni della mafia siciliana. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Tra ambiguità e malinteso: schermaglie di una “battaglia per l’identità” in una conversazione tra mafiosi (2015); A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi (2016), Religione, mafie, Chiese: un rapporto controverso tra devozione e secolarizzazione (2017), “These Dead Are Not Ours”: Identity Factors, Communicative Aspects and Regulative Meanings of Violence inside Cosa Nostra (2019), Waiting for a new leader: Eras and transitions in Cosa Nostra (2019), Femminicidi a processo. Dati, stereotipi e narrazioni della violenza di genere (2021).
Gisella Modica (1950) è attivista femminista, formatasi sui testi della Comunità Diotima di Verona; dal ’93 fa parte della rivista “Mezzocielo”, trimestrale di cultura politica ambiente pensato e realizzato da donne. Dal ’94 fa parte della Biblioteca delle donne Udi Palermo, fondata nel ’46 da Anna Nicolosi Grasso. Dal 2000 è socia della Società Italiana delle Letterate e fa parte della redazione della rivista on line “Letterate Magazine” e della redazione di “Leggendaria”. Ha pubblicato Falce, Martello e cuore di Gesù (2000), Parole di Terra (2004), I racconti della Cattedrale. Storia di occupazioni, rimozioni, immersioni (2016) e Come Voci in Balia del Vento (2018), finalista al premio Biblioteche di Roma. Ha curato il testo a più voci Le personagge sono voci interiori (2017) e scritto racconti per diverse riviste e saggi in libri collettanei.
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