Troppe zeta nel cognome

Vizi pubblici e private virtù di un critico musicale
Publisher:
Year:
2017
ISBN:
9788820378899
DRM:
Social DRM

€15.99

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Description

Cosa prova prima di andare in scena Ornella Vanoni? È vero che ‘Il cielo in una stanza’ di Paoli è nata in un bordello e che Sting è un grande amatore? Cosa si nasconde dietro a uno scoop? E come interagisce un critico di un grande giornale con gli artisti? Come nasce una canzone? E una recensione? Come mai Pavarotti si è convertito al pop? Come si fa a incontrare Mina senza farsi cacciare? È davvero possibile essere obiettivi con l’artista che ti coinvolge nel suo processo creativo? O restare calmi quando squilla il telefono e all’altro capo ci sono Bob Dylan o Vasco Rossi? O quando una sera a cena da Gianni Versace i Take That cantano in coro con Elton John che si cimenta su una pianola giocattolo mentre Robbie Williams bacia sulla bocca a bruciapelo solo le signore più attempate? Il più noto e longevo critico musicale italiano vuota il sacco su 50 anni di musica, giornalismo, politica e cultura vissuti fra Rai e Corriere della Sera, svelando retroscena e dettagli di star italiane e straniere. Senza fare sconti a nessuno, soprattutto a se stesso, in un percorso musicale e spirituale dove succede un po’ di tutto e in cui, alla fine, la fede e la musica vincono e convivono come valori assoluti. Un diario intenso in cui pubblico e privato si mescolano in un racconto avvincente nel quale emerge il complesso legame di amore-odio che spesso caratterizza i rapporti fra il critico e gli artisti.


Note biografiche

Mario Luzzatto Fegiz, nato a Trieste il 12 gennaio 1947, per decenni critico musicale e inviato del Corriere della Sera, con numerose esperienze radiofoniche (debuttò nel 1969 alla RAI con Per voi giovani) e televisive (fra cui Mister Fantasy, Re per una notte, Momenti di gloria, Music Farm e, come autore, Emozioni su Raidue). Autore di saggi e libri (il più noto Morte di un cantautore, la prima ricostruzione della tragica fine di Tenco), è stato docente all’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano. Nelle vesti di attore ha portato in scena lo spettacolo teatrale Io odio i talent show, scritto con Giulio Nannini e con la regia di Maurizio Colombi.


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