Difendere l'indifendibile

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2012
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Un testo oltraggioso e divertente, e tuttavia spietatamente logico, che col rasoio dell'intelletto restituisce positiva ragion d'essere a figure oggetto di universale disprezzo, relegate nel lazzaretto dei bricconi e dei nemici dell'umanità (il ruffiano, il porco maschilista, il poliziotto corrotto, il ricattatore, lo speculatore, il crumiro, ...)Un libro che è stato tradotto in più di dieci lingue e di cui due intelligenze egualmente libere e pur tanto lontane così hanno detto:«Sfogliando Difendere l’indifendibile ho avuto l’impressione di essere nuovamente esposto alla terapia d’urto con cui, più di cinquant’anni fa, il compianto Ludwig von Mises mi convertì a una posizione liberista coerente. Persino adesso rimango a volte incredulo, e penso “ora si esagera”, ma di solito concludo alla fine che lei abbia ragione. Per alcuni potrà sembrare una medicina troppo forte, ma farà loro del bene anche se la odieranno. Un’autentica comprensione dell’economia richiede che ci si liberi da illusioni e pregiudizi a noi cari. Errori diffusi in economia si esprimono spesso in pregiudizi infondati verso altre attività, e nel dimostrare la falsità di questi stereotipi lei rende un autentico servigio, sebbene questo non la renderà certo più popolare.»Friedrich A. von Hayek«Un libro sensato per acutezza ed estremo per analisi dei luoghi comuni intrinseci al Pensiero Perbene della maggioranza su tabù e discriminazioni sociali. Uno stringente discorso sulle perversioni di fondo di chi punta il dito sulle perversioni di superficie altrui, un testo, forse l’unico, che avrebbe potuto cambiare il destino di Bouvard e Pécuchet. Difendere l’indifendibile è non solo in gran parte difendibile, ma ormai del tutto irrinunciabile.»Aldo Busi



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