«Studiare i presupposti e i sottintesi, essere in grado di riconoscerli, stanarli, formularli esplicitamente è aumentare la nostra capacità di comprendere tesi. È inoltre aumentare la nostra capacità di usarli per apprendere le informazioni che ci danno ma anche per metterli in discussione. Infine è aumentare il nostro controllo sulla nostra stessa comprensione, ricondurla a delle regole, perché il riconoscimento di impliciti può e deve essere motivato.»

Marina Sbisà insegna Filosofia del linguaggio all’Università di Trieste. Autrice di articoli su riviste internazionali, ha pubblicato, tra l’altro, La mamma di carta. Per una critica dello stereotipo materno (Milano 1984), Linguaggio, ragione, interazione. Per una teoria pragmatica degli atti linguistici (Bologna 1989). Ha inoltre curato, con J.O. Urmson, la seconda edizione riveduta di J.L. Austin, How to Do Things with Words (Oxford 1975) e, con C. Penco, la traduzione italiana del medesimo volume (Come fare cose con le parole, Genova 1987).