Description
Per quanto strano possa sembrare, «instabilità dei microsatelliti» indica una cronica difficoltà alla replicazione del DNA. Una anomalia genetica, insomma. Certo, si tratta di un termine settoriale. Ma per Silvia Caratti vale come etichetta per una condizione, oltre che biologica, esistenziale. E introduce al filo conduttore del suo libro: il corpo. Che non è solo la sede del dolore o del piacere, della salute e della malattia. È una zona confinaria tra il vivente e il non vivente. O il percolante frammezzo tra l’inanimato e qualcosa che sta altrove e lo trascende e che può essere perfino nominato con la parola divinità. È noto: il tema della creatura intesa quale soglia tra la materia grezza e l’assoluto rimanda alla grandiosa idea della creatura come interfaccia tra macrocosmo e microcosmo. E se c’è un dato caratteristico di queste poesie, sta nel rendere un argomento alto con mezzi verbali scarni, con una lingua prossima a quella naturale. Che talvolta tocca punte di estrema, scabra, desolata, tesa acutezza. Perché se esiste davvero un nesso tra umano e assoluto, si riverbera nella vita cosiddetta quotidiana, nei pensieri, nei dialoghi tra le persone in carne ed ossa, nella dolcezza o nella tensione dei loro rapporti. A tutto questo e a molto altro sembra alludere Silvia Caratti in un libro che la conferma tra i poeti più importanti della sua generazione.
Biographical notes
Silvia Caratti è nata a Cuneo nel 1972. Diplomata al Conservatorio, è inoltre laureata in Storia della Musica. Nel 2000 ha pubblicato per LietoColle La trama dei metalli, che ha vinto il premio Franco Matacotta per l’opera prima. Nel 2012 è uscito Mea infera caro scritto insieme a Mary Barbara Tolusso e con i disegni di Massimo Dagnino (EDB Edizioni). Nel 2016, per l’Arca Felice, ha pubblicato la plaquette Lettere per un ritorno, con i disegni di Massimo Dagnino. Nel 2023 è stata inclusa nella raccolta Nuovi poeti italiani 7 a cura di Maurizio Cucchi (Einaudi). Altre sue poesie sono apparse in numerose riviste, quotidiani e antologie (in particolare nel 2004 nella Nuovissima poesia italiana, Mondadori), e sono state tradotte in olandese, spagnolo, arabo, russo e cinese.