L'intera narrazione ruota attorno alla figura dell'io narrante, un vecchio scrittore apolide, Ilco Bee, che in un attimo di nostalgia fissa alcune immagini e ne evoca i ricordi perdendosi tra sogni, riflessioni, considerazioni, rimpianti, visioni, contraddizioni, eccessi, piaceri e peccati. Sette fotografie di donne ispirano il viaggio nella sua memoria, donne simboliche, allegorie che richiamano fasi diverse della propria vita. Miraggi, forse. Il vecchio divaga, si smarrisce, si ritrova ed infine si rende conto d'essere un sognatore, egoista e avido, che si è autocondannato all'infelicità per l'incapacità di rinunciare ai sogni ed alle storie di cui si nutre per vivere. I ricordi del protagonista viaggiano così attraverso il tempo e lo spazio, indomabili: si rivela l'inscindibile legame dell'autore con la città di Torino, ma l'intero flusso di ricordi è un continuo susseguirsi luoghi, immagini e donne che prendono forma nella mente di un allucinato Ilco Bee.