Description
Anche i buddhisti a volte peccano di arroganza. È Bhikkhu Analayo, monaco e accademico di fama internazionale ormai consolidata, a fare autocritica su questo aspetto, che getta qualche ombra su chi manifesta la propria identità buddhista. In questo studio coraggioso e sincero il lettore viene guidato nell’analisi storica di quattro forme di presunzione di superiorità. La prima riguarda la discriminazione delle donne interessate alla vita monastica da parte di monaci che, non ritenendole adatte a ruoli di leadership e a diventare bodhisattva, le umiliano e allontanano; la seconda, la presunzione di chi appartiene alla tradizione Mahāyāna e si percepisce automaticamente investito di una sorta di superiorità rispetto alla tradizione Hināyāna; la terza, riguarda i theravādin, gli appartenenti alla tradizione Theravāda, che si percepiscono gli eredi degli insegnamenti originali del Buddha su presupposti fallaci; e la quarta è la presunzione di chi, alla stregua di Stephen Batchelor, in quanto buddhista secolare, si considera superiore rispetto alle altre tradizioni legate alla dimensione dei riti e dei dogmi. L’analisi, come sempre, è rigorosa, parte da fondamenti storici e invita a riflettere sulla vera sfida per ogni buddhista: liberarsi da qualsiasi forma di attaccamento.
Biographical notes
Bhikkhu Anālayo è un monaco buddhista, oltre che un noto studioso, traduttore e insegnante di meditazione.
Nato in Germania nel 1962, è stato ordinato nel lignaggio monastico Theravāda nello Sri Lanka nel 1995. Ha conseguito il dottorato all’Università di Peradeniya nello Sri Lanka nel 2000, e nel 2007 presso l’Università di Marburgo in Germania ha completato la tesi di ricerca per l’abilitazione all’insegnamento in cui ha confrontato la raccolta di discorsi in pāli del Majjhima-nikāya con i loro paralleli in cinese, sanscrito e tibetano. Dal 2007 al 2020 è stato professore di studi buddhisti all’Università di Amburgo. Membro fondatore dell’Āgama Research Group e membro del Numata Center for Buddhist Studies all’Università di Amburgo, attualmente risiede negli Stati Uniti presso il Barre Center for Buddhist Studies a Barre (Massachusetts). Con oltre quattrocento pubblicazioni – molte delle quali sono state tradotte in sedici lingue – è considerato il massimo studioso al mondo del buddhismo antico. La sua principale area di competenza è lo studio del primo buddhismo indiano, basato sulla comparazione dei primi testi conservati soprattutto in pāli, sanscrito, gāndhārī, cinese e tibetano, ma Bhikkhu Anālayo si è anche dedicato per molto tempo alla dimensione dell’oralità nella formazione e nella trasmissione dei testi delle origini, alla presenza mentale, alla teoria e alla pratica della meditazione nel buddhismo antico e agli sviluppi fondamentali del pensiero buddhista quali la genesi dell’ideale del bodhisattva e gli inizi dell’Abhidharma. Si è occupato inoltre delle donne nel buddhismo e della storia giuridica della comunità monastica femminile alla luce del contemporaneo ristabilirsi dell’ordine femminile Theravāda, tra gli altri.
Ha sviluppato il proprio approccio meditativo per le basi della presenza mentale, della presenza del respiro, dei brahmavihāra e della meditazione sul vuoto. Ha scritto libri orientati alla pratica per il grande pubblico su ognuno di questi approcci, che insegna in inglese, tedesco, italiano e spagnolo in varie parti d’Europa, Australia, Nord e Sud America.
Bhikkhu Anālayo trascorre la maggior parte del suo tempo in un solitario silenzioso ritiro.
Richard F. Gombrich (1937) è un indologo britannico, professore emerito di sanscrito all'Università di Oxford, nella quale ha insegnato dal 1976 al 2004. È stato inoltre direttore dell'Oxford Centre for Buddhist Studies e presidente della Pali Text Society. È considerato uno dei più rinomati studiosi di buddhismo al mondo.