Description
Se l’unica costante all’alba del terzo millennio è il cambiamento, è necessario pensare ai processi più che ai concetti. Che risposta dare a un centro che si frammenta? Come fornire ai soggetti nomadi e ibridi della post-modernità un’etica all’altezza della metamorfosi perenne? Ispirandosi alla filosofia dell’immanenza e della differenza sessuale, Rosi Braidotti indaga gli aspetti materiali e discorsivi della frantumazione delle identità unitarie, con una particolare attenzione all’immaginario mostruoso, al cyberpunk, al fanta-horror. Un testo «di esplorazioni e rischi, di convinzioni e desideri» che rivendica – sulla scorta di Gilles Deleuze e Luce Irigaray – l’urgenza di un pensiero materialista e femminista, di linguaggi porosi e versatili in grado di rivelare orizzonti sociali di speranza e generare visioni alternative sul presente.
Biographical notes
Pioniera degli studi femministi in Europa, la sua vicenda biografica e intellettuale riflette il suo nomadismo: italiana emigrata in Australia durante l’adolescenza, ha conseguito un dottorato in Filosofia alla Sorbona di Parigi prima di ottenere, nel 1988, la cattedra in Women’s Studies presso l’Università di Utrecht, dove ha insegnato fino al 2022. È stata insignita di diversi riconoscimenti accademici, fra cui i dottorati honoris causa dalle Università di Helsinki (2007) e Linköping (2013). Fellow dell’Australian Academy of the Humanities, è membro dell’Academia Europaea. Integrando studi di genere e post-strutturalismo, la sua teoria dei soggetti nomadi è un punto di riferimento essenziale del pensiero femminista. Castelvecchi sta pubblicando tutta la sua opera, a cominciare da Soggetti nomadi. Corpo e differenza sessuale (2023), Madri, mostri, macchine (2021) e Fuori sede. Vita allegra di una femminista nomade (2021).