Description
Sin dall’Antichità, la scienza si è interrogata sulla natura e sul funzionamento del senso del tatto: la sua localizzazione nel corpo, le qualità che percepisce e il suo rapporto con gli altri sensi. La storia della concettualizzazione del tatto passa anche attraverso il Medioevo, un periodo, a tal riguardo, ancora poco studiato. Questo libro indaga gli insegnamenti sul tatto formulati, all’incrocio tra filosofia naturale e medicina, da alcuni pensatori del XIV secolo, ripercorrendo quattro temi nodali lasciati aperti da Aristotele ed ereditati dalla tradizione aristotelica tardomedievale: l’identificazione dell’organo corporeo del tatto e il suo funzionamento per contatto; il problema degli oggetti percettivi propri del tatto e, in particolare, il suo ruolo nella percezione di piacere e dolore; i significati secondo cui tatto e gusto possono essere considerati necessari agli esseri viventi; e, infine, la corrispondenza tra il tatto e l’elemento della terra.
Biographical notes
È ricercatrice post-dottorato in Francia, presso l’Université Paris Cité e il laboratorio “Sciences, Philosophie, Histoire” (SPHERE-UMR 7219) del “Centre national de la recherche scientifique” (CNRS). Prima del suo incarico a Parigi, ha lavorato nei Paesi Bassi (Radboud University, Nijmegen), in Italia (Università Campus Bio-Medico di Roma) e negli Stati Uniti (University of Notre Dame, IN). Dal 2020, collabora con la redazione della rivista “Vivarium. A Journal for Medieval and Early-Modern Philosophy and Intellectual Life”.