Description
Svogliato e mancino, più volte rimandato e bocciato, il somaro della classe sceglie per sé sempre l'ultimissimo banco, proprio all'angolo dove le due pareti possono sorreggere meglio il collo, l’ideale per assopirsi. Reclutato senza averlo chiesto da una scuola che non riesce in alcun modo ad accendere in lui la minima curiosità, e - come spesso accade - dato per irrimediabilmente perso, il ciuco è però destinato a cambiare pelle, proprio come il Pinocchio di Collodi.
Nella sua vita, infatti, qualcosa è destinato a cambiare, grazie all’incontro con un vero professore e alcuni insospettabili maestri. L’asino si sperimenta come educatore a Napoli, si trasferisce per un lungo periodo in Brasile, supera tutti gli esami per diventare docente universitario, insegna Pedagogia a Rio de Janeiro e diventa uno tra i maggiori esperti internazionali del pensiero di Paulo Freire, con libri tradotti in molte lingue, e rientra a Napoli per insegnare all’Università Federico II.
In questa specie di Diario di scuola alla Pennac, capace di alternare serietà e leggerezza, ironia e politica, Paolo Vittoria ripercorre la sua storia, che è anche la fotografia impietosa e lucidissima dell’attuale modello di scuola, ossessionata dal mercato, dalla tecnologia, dall’ideologia del merito e dalla retorica dell’eccellenza. Una scuola che porta spesso i ragazzi e vivere ansie e frustrazioni e si limita a diagnosticare e certificare deficit di attenzione. Una scuola che non sospetta minimamente che il ragazzo dell’ultimo banco possa un giorno sedere in cattedra e prendere la parola.
Biographical notes
Paolo Vittoria, uno dei maggiori studiosi di Paulo Freire a livello internazionale, è docente di Pedagogia generale e sociale all'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e all’Istituto universitario Pratesi di Soverato (Catanzaro), affiliato alla Pontificia Università Salesiana di Roma. Ha insegnato a lungo in Brasile all’Universidade Federal do Rio de Janeiro.
Condirettore della rivista Educazione Aperta, scrive sul quotidiano Il Manifesto. A Teora, nell’entroterra irpino, ha ideato con la Federico II un esperimento di Università popolare per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri.