Description
L'haiku è un esercizio d'intimità, una sensazione, un sospiro, un suono, un profumo. Ma di un tipo d'intimità che può, tuttavia, sopraggiungere l'Universale. Forse fra gli esempi più meravigliosi di quest'arte della brevità, ci siano le poesie della morte. Brevi composizioni di soli tre versi, con le quali gli antichi samurai salutavano l'arrivo della fine.
In questo libello, la perplessità nasce proprio dall'ironia di una immagine: l'immortale (Utnapishtim) che compone le poesie della morte. E la scelta dell'anziano Utnapishtim, l'antenato di Gilgamesh, e quindi di tutti noi, non è affatto casuale. L'Epopea di Gilgamesh, provenendo dal più remoto passato, suscita anche una seconda magia: rappresenta l'origine, che parla con la fine dei tempi.
Alcuni haiku:
"Quando la morte verrà a cercarmi,
sarò già molto distante, come Epicuro:
sono immortale!"
"Il seme
germoglierà, quando la quercia
sarà già morta"
"Non il tuono vigoroso
ma il ronzio delle mosche
è la voce degli dei"