Description
Nel caso di persone in situazione di disagio o con storie traumatiche alle spalle ci si deve rassegnare a un'azione formativa volta solo al recupero o, al massimo, al contenimento del danno?
Perché impegnarsi nell'attività educativa se il futuro di questi soggetti è invincibilmente determinato dal loro passato?
Il fenomeno della resilienza umana invita a cambiare i paradigmi che guidano l'azione formativa, focalizzando l'attenzione più sulle risorse residue delle persone che sui danni da loro subiti, o sui rischi sociali ed educativi ai quali sono esposte.
Oggetto di numerosi studi interdisciplinari, la resilienza è «il processo che permette la ripresa di uno sviluppo possibile dopo la lacerazione traumatica e nonostante la presenza di circostanze avverse» (Cyrulnik). Ciò richiede un'analisi del concetto stesso di possibilità, partendo dalla riflessione filosofica su di essa. Una volta giunti a determinare una nozione di possibilità esistenziale, però, affinché sia spendibile in campo formativo, essa deve essere resa operativa in un'antropologia capace da una parte di accoglierla e dall'altra di sostenere percorsi educativi.
L'antropologia filosofica di Bernard Lonergan (1904-1984), che nel concetto di sviluppo trova il proprio punto d'incontro con quello di possibilità metafisica, è esplorata dall'Autore in quanto quadro logico e metodologico per la programmazione di attività formative ed educative adatte a sostenere percorsi volti a «restituire la possibilità».