Description
Esiste un "caso Sardegna" nell'immaginario emerso dalla letteratura e dal cinema a cavallo tra la fine del Novecento e il primo decennio del nuovo millennio? Lo scarto rispetto alla tradizionale immagine dell'isola è evidente e l'affresco che ne restituisce Paola Pittalis rappresenta una realtà nella quale la sfida è tutta interna a una "modernità" che ha molte facce. I saggi di questo volume ricostruiscono i percorsi da alcuni testi letterari della Sardegna ai film che a essi si ispirano (Giuseppe Fiori e Salvatore Mereu, Gavino Ledda e i fratelli Taviani, Maria Giacobbe e Michele Columbu, Salvatore Mannuzzu e Antonello Grimaldi, Michela Murgia e Paolo Virzì). Una produzione letteraria e filmica che nasce sotto il segno di una svolta rispetto alla tradizione. Nell'intreccio fra sguardi interni e sguardi esterni, nella molteplicità dei punti di vista e delle strategie narrative, emerge una vitalità nuova, che va oltre la valorizzazione della cultura dell'isola e della sua diversità e, proprio in nome della particolarità di questa storia e di questa cultura, riesce a confrontarsi con i problemi drammatici della modernità. La "vita tagliata" del pastore-bandito ucciso dalle forze dell'ordine è anche metafora della difficile condizione giovanile di oggi. Così il delitto feroce avvenuto nella Sardegna dell'interno è tragica icona di un secolo che ha prodotto Auschwitz. La cultura è strumento unico di riscatto personale e sociale. In una città di provincia, con le sue ambiguità, si svolge la ricerca complessa della verità e della giustizia. Una generazione "senza diritti" è alle prese con le tensioni del lavoro precario. Nell'elaborazione letteraria e filmica di questi mondi possibili si manifesta un caso-Sardegna: l'isola, con i suoi contributi culturali, è all'interno di una modernità italiana ed europea nella quale la sfida si gioca nel confronto fra culture diverse; insieme ne rifiuta gli aspetti negativi, i progetti di manipolazione e omologazione.