Description
Nostalgici dei partiti, dei valori, di questo o quel leader, della prima Repubblica, delle ideologie. La tentazione di idealizzare un tempo mitico dilaga e poco importa che il «mondo di ieri» non sia mai esistito, almeno non con le caratteristiche che gli attribuisce il ricordo. Da un punto di vista storico, la costruzione mentale di un passato immaginario è stata spesso una strada per affrontare i momenti di incertezza, ma negli ultimi anni sta assumendo proporzioni globali e preoccupanti.
Per comprendere queste dinamiche, gli autori chiariscono origini, percorsi e conseguenze dell’uso strumentale della nostalgia in politica. In un affascinante viaggio attraverso i secoli, ne ritrovano le tracce negli anni successivi alla Rivoluzione francese, dopo la quale «la nostalgia è calata come una nuvola sul pensiero europeo», per poi indagarne le forme rivolte verso una fase realmente vissuta, come quella che ha per oggetto il fascismo o la monarchia in Italia, l’Urss in Russia e il regime franchista in Spagna. Vi è poi la nostalgia per epoche non vissute direttamente, ma di cui riecheggiano le ideologie: il populismo dell’America Latina e il patriottismo dell’America bianca suprematista, dove la crisi del liberalismo fa rinascere il mito della nazione etnica. Infine, la tentazione del passato può riguardare qualcosa che non è mai stato ma che avrebbe potuto essere, le tante «occasioni mancate» sempre evocate in Italia: dal Risorgimento alla Resistenza tradita, dal Sessantotto alle inchieste di Mani pulite.
Mostrare l’influenza che la nostalgia esercita sulle forze politiche di qualunque colore è oggi un modo per alimentare un dibattito sul futuro, spostando l’attenzione dai timori individuali al benessere delle comunità.
La nostalgia appartiene alla sfera delle emozioni, la politica a quella della razionalità: quando l’una invade il territorio dell’altra si crea un pericoloso cortocircuito. Che cosa accade se diventa l’unica categoria per interpretare il presente? Un’inedita rilettura storica di un fenomeno antico quanto pervasivo, dalla Rivoluzione francese agli Stati Uniti di Trump, dalla nostalgia populista dell’America Latina a quella imperialista della Russia, all’Italia «paese delle occasioni mancate»
«La nostalgia è un sentimento collettivo capace di condizionare e plasmare la politica contemporanea, qualcosa che si sviluppa a partire tanto dall’alto che dal basso: consiste nel consapevole uso politico del passato, ma designa anche orientamenti dell’opinione pubblica che sono, almeno in parte, spontanei»
Con saggi di Cristina Baldassini, Giovanni Belardelli, Fabio Bettanin, Giovanni Borgognone, Alfonso Botti, Maria Elena Cavallaro, Stefano De Luca, Ernesto Galli della Loggia, Loris Zanatta
Biographical notes
Giovanni Belardelli è professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Perugia. Scrive per il «Corriere della Sera». Ha pubblicato tra l’altro i volumi: Il Ventennio degli intellettuali. Cultura, politica, ideologia nell’Italia fascista (2005), Mazzini (2011) e La catastrofe della politica nell’Italia contemporanea. Per una storia della Seconda repubblica (2014).