Description
A lungo relegato nel limbo dei poeti che cantano i facili e spesso lacrimosi sentimenti, Giovanni Pascoli (1855-1912) fu non solo un grande poeta, il maggiore dopo Petrarca secondo D'Annunzio, ma uomo di sterminata cultura, di rigore morale e passione civile. Bruno Nacci ne tratteggia la parabola esistenziale e artistica, l'incerta fortuna critica, non dimenticando la sua grande fama di poeta latino e quella, più contrastata, di critico dantesco. Nella seconda parte del libro, una breve antologia di liriche, interpretate con misura ed eleganza, introduce al prestigioso laboratorio dello stile e del pensiero pascoliani.