Description
Nell’intrico di stradine e vicoli, alcune dal nome altisonante (“via del Sole”!), caotico come un suk e incrocio di scuole, Conservatorio di Musica, Policlinico, è ben difficile immaginare la collina digradante dell’Acropoli di Napoli che si affaccia sul vallone nel quale scorreva il Sebeto. Dalle antiche mappe si comprende che lo sguardo spaziava nella campagna intorno, sui boschi che conducevano alla collina di Sant’Elmo ed alla Certosa, maestosa,abbracciata dalle mura severe degli spalti della fortezza-castello. Fino a dove giungeva lo sguardo, si estendeva la cura d’anime della parrocchia di S. Maria Maggiore della Pietrasanta. Il lato di ponente della Città era affidato al clero della Basilica che trae la denominazione dalla antica fondazione che la volle, primo edificio sacro dedicato alla Santa Vergine, come baluardo della fede cristiana lì dove più facile sarebbe stato lo sviluppo urbano di Napoli, in continua espansione. Le attenzioni rivolte al venerando sito sono testimoniate dalla maestosità dei volumi che sono coronati dalla superba cupola, la più alta della Città. Come sempre accade allorché i secoli, troppi, segnano le testimonianze della presenza degli abitanti con i loro eventi, dolorosi, carichi di entusiasmi o di abbandono, anche la Pietrasanta ha subito ferite e ricevuto cure, offese mortali e attenzioni di risurrezione. La sua risurrezione, nella dignità ritrovata, nell’utilizzo per la cultura (tutta quella che estranea nonè all’Evangelo), nella nuova comprensione giuridica e canonica di Rettoria che comprende il campanile, il mausoleo della Cappella Pontano e una delle più antiche testimonianze di fratrìa cristiana nella straordinaria chiesetta del SS.mo Salvatore, porta il nome che resta benedetto nella nostra memoria di don Mario Franco, Moderatore della Curia Diocesana, già segretario personale del Cardinale Corrado Ursi . Egli vi era stato battezzato e sollecitò presso il Cardinale Giordano la realizzazione dell’idea del predecessore, l’Arcivescovo Ursi, di riaprire la Basilica e farne un luogo di cultura e di musica. L’energia e l’entusiasmo travolgente del Cardinale Crescenzio Sepe hanno fatto il seguito, andando oltre ogni prevedibile orizzonte aprendo con la Pietrasanta la stagione dell’affido dei luoghi di culto inutilizzati alle realtà associative, in sintonia con la Chiesa di Napoli, operanti nel centro antico. E’ il più singolare edificio sacro di Napoli, la Pietrasanta: si infigge nelle profondità della Napoli greca con le sue caverne maestose ed immense e svetta nel cielo con la cupola, la più alta di tutte. Il lavoro paziente, meticoloso e dotto di Marielva Torino ci offre un documento unico e prezioso sulle vicende che insieme con la storia dell’edificio e degli usi, delle distruzioni e ricostruzioni che se ne sono fatte, racconta le vicende della Città stessa.E come non ricordare, su questa pagina, l’autore al quale si deve il documento? La passione per la verità storica e la tutela dello straordinario monumento sono quanto ci ha lasciatodon Pasquale Ventre, canonico della Collegiata della Pietrasanta, degno prete del colto e dotto clero napoletano del tempo.Le reliquie di San Pomponio il vescovo fondatore e di San Francesco Caracciolo, il ricostruttore della fede del popolo napoletano nel ‘500, sono gli ideali pilastri e fondamenta sulle quali è stata edificata la basilica. La loro benedizione suggellata dalla Madonna della Neve, l’icona mariana venerata alla Pietrasanta, sia pegno di grazia divina per quanti hanno,in ogni modo, lavorato perché questo tessera si collocasse nello splendore del mosaico di Napoli.