Description
Nel presente volume si è inteso analizzare la questione della violenza di genere, adottando la prospettiva di Virginia Woolf, nella sua ariostesca (auto)biografia fittizia intitolata Orlando (1928) e in due saggi molto noti che non smettono di fornirci spunti di analisi e influenti esempi di autonomia di pensiero, A Room of One’s Own (1929) e Three Guineas (1938). Sebbene alcune tematiche connesse alla sua scrittura siano ancora poco analizzate, Woolf ha saputo declinare il concetto di gender in maniera intima, intensa e poetica, senza discriminazioni e con trasgressiva lucidità. Per questa sua straordinaria capacità di penetrare la coscienza intima, collettiva e sociale che non si limita al suo tempo, si è tentato di seguire i suoi discorsi relativi alla discriminazione, all’oppressione e alla violenza di genere per capire quanto possa insegnarci ancora ai nostri giorni.
Biographical notes
C. Bruna Mancini insegna Letteratura inglese all’Università della Calabria. Ha pubblicato saggi su Shakespeare, su riscritture contemporanee (cinematografiche e letterarie) di testi shakespeariani e su temi legati al fantastico, al mostruoso, alla città e alla letteratura. Si occupa di studi culturali, di gender studies, di studi coloniali e post-coloniali e di traduttologia. Ha curato e tradotto L’amante mercenario/The Mercenary Lover (2003) di Eliza Haywood e Angelica, ovvero, Don Chisciotte in gonnella/Angelica, or, Quixote in Petticoats (2006) di Charlotte Lennox. Ha pubblicato il libro Sguardi su Londra. Immagini di una città mostruosa (2005) e tradotto The Shelter/Il rifugio (2015) di Caryl Phillips, con un un’introduzione critica dal titolo Across the Atlantic. Caryl Phillips e la questione dell’appartenenza. Attualmente i suoi studi si incentrano sul corpo, sugli spazi e gli oggetti del femminile e sugli spazi della migrazione.