Description
Tutti i tifosi di calcio rivendicano lʼunicità della loro squadra ma sono poche le tifoserie cui è dato davvero vivere un amore esclusivo. I tifosi della Fiorentina sanno di avere questo privilegio, fin dal colore della maglia che amano, quel viola indossato da unʼunica squadra al mondo: la loro. Ecco perché la Fiorentina ha tifosi in ogni angolo del Paese nonostante il suo palmarès sia lontano da quello dei club più blasonati. Il che non significa che quello per la Viola sia un culto consacrato solo da sconfitte. Al contrario, dalla fondazione nel 1926, la storia della Fiorentina è segnata da grandi successi. Il formidabile squadrone di Julinho e Montuori che vinse lo scudetto nel ʼ56 e perse la Coppa dei Campioni solo in finale, contro il grande Real Madrid di Gento e Di Stefano. La prima squadra italiana a vincere una coppa europea, tra le poche ad aver disputato la finalissima di tutte e tre le competizioni continentali. Certo, poi ci sono le tante occasioni perdute, le sconfitte amare, le (poche) retrocessioni e i torti clamorosi (lo scudetto scippato allʼultimo nel 1982 e la Coppa Uefa nel 1990) subiti dalla Juventus, non a caso, la squadra in cima alla lista di nemici della Fiorentina. Perché lʼamore per la Fiorentina non è conformista, non è pigro, non è comodo. Per questo è vero. “Tifare Fiorentina è come scegliere di salire liberamente i 414 scalini del Campanile di Giotto. Non ci sono scorciatoie o aiutini, non cʼè un ascensore capace di eliminare la fatica. Ma una volta arrivati in cima lo spettacolo è a 360 gradi. Unico, immenso, meraviglioso. E conquista per sempre.”Andrea Bianchi è nato a Roma nel 1963. Giornalista, ha lavorato per molti anni al Manifesto come notista politico e, successivamente, come caporedattore centrale. Sul finire del secolo scorso è stato tra i fondatori del Club “Penne Viola”. Attualmente è direttore del Gruppo del Partito Democratico in Senato. Dallʼetà di 6 anni ha il privilegio di adorare il colore viola.Stefano Cappellini è nato a Catania nel 1974. Giornalista e autore televisivo, attualmente è caporedattore centrale del quotidiano Il Messaggero. Ha lavorato per Il Riformista, La Repubblica, Liberazione. Ha iniziato a tifare per la Fiorentina in tempo per assistere al furto dello scudetto del 1982 i cui responsabili, pur vestendo già la divisa con i colori dei galeotti, non hanno mai scontato alcuna pena.