Description
Sovrappopolamento, cambiamenti climatici, povertà, giustizia, equità sociale e salute toccano trasversalmente l’habitat umano sia in termini di strategiesia in termini di produzione dello spazio urbano. L’autrice individua nelconcetto di Human Scale la possibilità di offrire una risposta a queste sfide.Introdotta nei primi anni duemila dall’architetto danese Jan Gehl, e ampiamente dibattuta nella letteratura scientifica, la Human Scale va consideratanella sua dimensione umana, architettonica e politica. Il primo aspetto èlegato all’individuo, alla sua percezione dello spazio (misura, dimensione,movimento); il secondo è legato alla forma architettonica e, in particolare,alla sua porosità, continuità e accessibilità; il terzo interpreta la Human Scale come res publica, “cosa di tutti”, in quanto spazio (pubblico) e politica(pubblica).
In questa prospettiva, il volume individua due casi-studio emblematici: lecittà di New York e Copenhagen, internazionalmente riconosciute come laboratori importanti di nuove forme di urbanità del XXI secolo. Lo studiodelle parti di città prese in esame rende evidente come l’applicazione dellaHuman Scale dia luogo a un’architettura della città porosa, accessibile, facilmente e felicemente praticabile, configurando nell’uso quotidiano un’architettura aggregante e resiliente che si pone quale forma infrastrutturale alservizio della collettività.
In questa prospettiva, il volume individua due casi-studio emblematici: lecittà di New York e Copenhagen, internazionalmente riconosciute come laboratori importanti di nuove forme di urbanità del XXI secolo. Lo studiodelle parti di città prese in esame rende evidente come l’applicazione dellaHuman Scale dia luogo a un’architettura della città porosa, accessibile, facilmente e felicemente praticabile, configurando nell’uso quotidiano un’architettura aggregante e resiliente che si pone quale forma infrastrutturale alservizio della collettività.