Description
Stato, esercito, partiti di estrema destra, paramilitari, servizi segreti. Sono gli attori della guerra decennale in Colombia contro un solo nemico inerme: il popolo.Flavia Famà cerca di ricostruire le origini di un conflitto storico – fatto di uccisioni, sparizioni, deportazioni, violazioni continue dei diritti umani – e i tentativi di realizzare una tregua mai realmente raggiunta e forse nemmeno realmente voluta, almeno da alcune delle parti in guerra. Perché dietro tutto c’è il denaro, molto denaro – quello dei proprietari terrieri che non intendono redistribuire fra i contadini le terre incolte e quello dei narcotrafficanti o delle multinazionali –, oltre che un groviglio spaventoso di rapporti fra la politica e i grandi criminali, interessati a mantenere quello che l’autrice definisce «un eterno stato di caos».Otto milioni i contadini desplazados, cacciati dalle loro terre per mano di militari e paramilitari; decine di migliaia i desaparecidos, fra oppositori, sindacalisti e difensori dei diritti umani; migliaia i falsos positivos, vittime innocenti, rapite, torturate, uccise e travestite in modo da presentarle come esponenti della guerriglia. Sono numeri impressionanti, ma sono soprattutto persone in attesa di giustizia. Le cui vicende - come afferma Nando Dalla Chiesa nella prefazione - sono osservate con «occhi e sensibilità speciali», quelli appunto dell’autrice, impegnata con Libera e abituata «da tempo in Italia - scrive ancora Dalla Chiesa - a confrontarsi con i temi della violenza, della memoria, del doppio potere».
Biographical notes
Flavia Famà è nata a Catania nel 1982. Figlia dell’avvocato Serafino Famà, vittima innocente della mafia, ucciso a Catania il 9 novembre 1995, si è laureata in Legge nel 2011, ha frequentato un corso post laureamsugli scenari internazionali della criminalità organizzata presso l’Università Statale di Milano nel 2013 e nel 2015 un master di II livello sulla tutela internazionale dei diritti umani presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 2014 ha conseguito l’abilitazione forense.
Grazie all’incontro con l’associazione Libera contro le mafie porta la sua testimonianza nelle scuole per sensibilizzare ragazzi e docenti a riconoscere e respingere il modello mafioso. Da anni collabora con il settore internazionale dell’associazione, con il quale si è recata in alcuni paesi dell’America Latina: Argentina, Messico e Colombia. Da quei viaggi è nata la voglia di trasformare la memoria personale in impegno concreto.