Description
«Tutti ci serviamo dell’analogia, ma raramente si avverte il bisognodi formularne il procedimento in maniera esplicita», avvertiva EnzoMelandri in La linea e il circolo. Il volume affronta dunque l’arduoquanto affascinante rapporto fra analogia e architettura servendosidelle riflessioni in materia dei più grandi filosofi moderni. L’analogiaoccupa una posizione intermedia tra il pensiero puramente formalee quello contenutistico, dove il primo viene comunemente identificato, in sede teoretica, con la logica e il secondo con l’insieme deiprocedimenti di pensiero che possiamo ricondurre alla sfera psicologica. E se da un lato l’analogia richiama una famiglia di concetti,problemi e pratiche che ruotano intorno a un nucleo spesso inafferrabile – come dimostra tutta la poetica di Aldo Rossi dopo La cittàanaloga –, dall’altro la componente analogica di un’opera apparela più evidente, quella che si fatica di più a nascondere, a mascherare come nel caso della citazione. Così, tra le altre conseguenze,l’analogia tende a sottrarre le architetture dal loro naturale stato disolitudine, e, fattasi racconto, volendo parlare del già noto finisceper parlare dell’ignoto. Perciò è fondamentale l’opera di OswaldMathias Ungers, in particolare Morphologie City Metaphors, dovesottolinea la scarsa importanza della funzione nell’architettura delNovecento: da quando Le Corbusier ha paragonato l’architetturaa una macchina e Alvar Aalto i propri vasi al paesaggio finlandese,l’accostamento analogico è divenuto un metodo di scoperta. In talmodo, Scelsi rilegge teoricamente progetti celebri di Jacopo Barozzida Vignola, Gian Lorenzo Bernini, Ludwig Mies van der Rohe,Philip Johnson, Gabetti & Isola e oggetti analoghi come la TourEiffel, la calcolatrice Olivetti o l’arbre magique.