Description
Questo non è un libro sulla guerra in Ucraina, ma un diario di viaggio che si muove attorno al conflitto, che si aggira lungo i suoi confini, in cerca di parole di pace. Nessuna cronaca dal fronte dei combattimenti, ma incontri e dialoghi con chi si rifiuta di andare a quel fronte e si impegna affinché le armi finalmente tacciano. Voci che in questi mesi di bellicismo assordante sono difficili da ascoltare: attivisti moldavi, pacifisti russi, disertori ucraini, giovani della Transnistria in attesa del futuro, contadini che si ritrovano a gestire campi di accoglienza per rifugiati. MIR è il racconto di quel che sta accadendo oggi in Moldavia, Paese di frontiera che dal febbraio 2022 è diventato terra di transito e approdo per i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Un Paese che rischia costantemente di essere coinvolto nel conflitto, ma in cui la società civile non smette di interrogarsi sulla via per giungere alla pace e sul significato della neutralità iscritta nella sua Costituzione.
«La maledizione di queste terre sono i confini. Confini tracciati in terre che non accettano confini: troppo intricate le storie, le parentele, le memorie. Famiglie miste russo-ucraino-moldave, scambi, mescolanze. Si possono abolire i confini? Cominciamo a non considerarli sacri. Non uccidiamo per violare un confine, non uccidiamo per difenderlo.»
Biographical notes
Francesco Vietti – antropologo culturale, insegna all'Università di Torino. Dal 2005 conduce ricerche etnografiche nei Balcani e in Europa orientale. Tra i suoi libri, Il paese delle badanti (Meltemi 2010, 2019), sulla migrazione moldava in Italia, e Hotel Albania. Viaggi, migrazioni, turismo (Carocci 2012).