Description
Oggi si può interrogare con qualche profitto l’antica idea di “guerra giusta”? Dopo che per secoli è stata scandagliata nelle sue plurime declinazioni – “guerra santa”, ”guerra preventiva”, “guerra umanitaria”, per ricordare solo le più note e le più recenti –, si può, si deve. Si può a partire dalle rivisitazioni stimolanti – anche se talora divisive – di un filosofo della politica come Michael Walzer. Si deve, se a mettere in atto questo nuovo scandaglio sono i geografi, cioè coloro che esplorano, oltre al contenuto fisico e materiale della territorialità, anche il suo contenuto morale e simbolico. E ciò in un momento in cui la guerra russo-ucraina chiama in causa con forza crescente proprio le dimensioni territoriali della politica, rubricandole a volte un po’ troppo sbrigativamente come “geopolitica”. Alcuni dei più noti studiosi italiani di geografia politica, misurandosi con qualche voce filosofica critica, affrontano i nodi di un dibattito pubblico che, ricondotto alla sua ragione scientifica, è necessario non solo per “capire la guerra”, ma per porvi fine, in modo durevole, il più rapidamente possibile.
Biographical notes
Angelo Turco è professore emerito di Geografia. Ha insegnato all’Università degli Studi di Milano e al Politecnico di Milano, all’Università degli Studi dell’Aquila e presso l’Università IULM, dove è stato Preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati, Prorettore alla didattica e alla ricerca, nonché Presidente della Fondazione IULM. Si occupa di metodologia ed epistemologia della ricerca geografica, conflittualità ambientale e politiche del paesaggio. Ha maturato il suo itinerario intellettuale in continuo confronto con la realtà africana, studiandone il territorio come bene culturale e struttura identitaria. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Geografie pubbliche (2020), Epimedia (2021) e Geopolitica, informazione e comunicazione nella crisi russo-ucraina (2022).
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